Il cattocomunista italiano, quando si parla di Israele, con un occhio finge di vedere i missili su Tel Aviv, con l’altro sceglie di restare cieco davanti ai tunnel di Hamas. Da un lato predica pietà per Gaza, dall’altro è un fascista in purezza quando invoca il boicottaggio degli ebrei. Da un lato si veste da altruista, dall’altro è un classista di prim’ordine che decide chi merita diritti e chi no. In sostanza, è la contraddizione vivente in tutto quello che fa. E quanto a tolleranza e dialogo, ha il busto di Mussolini al posto del cuore, solo che stavolta lo copre con la kefiah.
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte." Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...
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