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UNA DOMANDA SCOMODA

La domanda è scomoda ma inevitabile: come fa la propaganda di Hamas a penetrare in Italia, filtrando nelle piazze, nelle università e perfino nelle aule parlamentari? L’inchiesta de Il Tempo (serie di articoli pubblicati tra il 29 luglio e il 21 agosto 2025) ha provato a rispondere. I tasselli compongono un quadro inquietante: una rete di associazioni, eventi istituzionali e contatti politici che riproducono la narrazione del gruppo islamista. 1. L’evento alla Camera (29 luglio 2025) Come documentato da Il Tempo il 29 luglio, nella Sala della Camera dei Deputati si è tenuta la presentazione del rapporto della relatrice ONU Francesca Albanese, dal titolo “Da un’economia di occupazione a un’economia di genocidio”, promossa dall’on. Stefania Ascari (M5S). Alla conferenza, riporta il quotidiano, erano presenti anche attivisti collegati a sigle filo-palestinesi. Tra i nomi citati: Suleiman Hijazi, figura già nota nel circuito associativo. (Il Tempo, 31 luglio 2025). 2. Le associazioni finite sotto la lente Il 9 agosto, Il Tempo pubblica un articolo dal titolo “I compagni di Hamas” dove mette in evidenza i rapporti tra alcune associazioni italiane e i vertici del movimento islamista. Viene ricordato che il Dipartimento del Tesoro USA (OFAC) ha sanzionato Mohammad Hannoun, presidente dell’ABSPP di Genova, accusata di aver convogliato almeno 4 milioni di dollari verso Hamas in dieci anni. Il 16 agosto, lo stesso quotidiano aggiunge un altro dettaglio: anche l’associazione Cupola d’Oro (Golden Dome Charity Association), attiva in Italia, è stata inserita dall’OFAC nella lista delle entità “linked to Hamas”. 3. La rete “moschee – ONG – politica” Il 10 agosto, in un pezzo dal titolo “Associazioni filo Hamas, moschee e politici di sinistra: come funziona la rete”, Il Tempo descrive il meccanismo con cui i messaggi partiti da Gaza arrivano nelle piazze italiane. Non con i simboli dell’islamismo militante, ma rivestiti di parole chiave “progressiste”: diritti, apartheid, genocidio. Una traduzione culturale che permette di trasformare il linguaggio jihadista in slogan accettabili nelle università e nei sindacati studenteschi. 4. Le reazioni politiche Il 14 agosto, Il Tempo pubblica un articolo su Alessandro Di Battista, accusato di rapporti ambigui con figure collegate a Hannoun. L’ex parlamentare si difende parlando di “strumentalizzazione del suo nome”. Il quotidiano ribatte mostrando foto e riferimenti a una missione in Libano del 2023. Il 20 agosto, scoppia lo scontro con Gaetano Pedullà, che accusa il giornale di “alimentare odio”. Ma il direttore Tommaso Cerno replica su Il Tempo: “Nessuna paura. I legami tra Hamas e politica passano per eventi istituzionali, ed è nostro dovere raccontarli”. 5. Il caso dei farmaci gettati Sempre il 20 agosto, Il Tempo dedica un editoriale a un video diventato virale: due dottoresse italiane gettano medicinali “perché prodotti in Israele”. Cerno lo definisce “propaganda vincente di Hamas”, spiegando che il gesto non è casuale ma perfettamente coerente con la strategia comunicativa del movimento: indignare, radicalizzare, spaccare l’opinione pubblica. 6. Il punto fermo: le sanzioni USA Al di là delle polemiche, restano i documenti ufficiali. Il Dipartimento del Tesoro USA (OFAC) ha messo nero su bianco due cose: che Mohammad Hannoun e l’ABSPP hanno inviato milioni di dollari verso Hamas; che la Cupola d’Oro è legata al gruppo islamista. Sono atti pubblici e verificabili. Su questo, la politica italiana non può far finta di nulla. In sintesi L’inchiesta de Il Tempo ha fatto emergere un nodo che non può essere liquidato come “polemica estiva”: associazioni sanzionate dagli Stati Uniti che operano in Italia, presenze istituzionali contestate, politici che riprendono slogan nati a Gaza e diffusi da Hamas. La domanda finale è la stessa che pone Cerno dalle colonne del giornale: “Può il Parlamento concedere legittimità a chi viene collegato a un’organizzazione terroristica internazionale? Può la politica italiana permettersi di ignorare verifiche minime sui rapporti istituzionali?” Finché non ci saranno risposte, la propaganda di Hamas continuerà a camminare anche nei corridoi della politica italiana.

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