Storia, ipocrisie e verità scomode sull’insediarsi dove vivevano altri C’è stato un tempo in cui essere coloni era un vanto. Poi è diventato un crimine. Ma nessuno, nessun popolo sulla faccia della Terra, può dire di non esserlo mai stato. Il termine “colono” oggi è carico di accuse. In certi contesti è sinonimo di oppressore, usurpatore, invasore. Un’accusa che divide, condanna, polarizza. Ma nel corso della storia, essere colono era normale. Anzi, era una delle poche strade per sopravvivere, crescere, espandersi. Tutti, prima o poi, abbiamo preso terra da qualcun altro. Da Roma all’America: la storia è una lunga marcia di coloni I Romani colonizzavano territori conquistati e ci mandavano famiglie per stabilire ordine e romanità. I Greci fondavano polis nel Mediterraneo, “civilizzando” coste che oggi sono italiane, turche, libiche. Anche i popoli germanici, gli arabi, i mongoli, i bizantini: tutti coloni, ciascuno a modo suo. E poi i moderni: Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra, ...