Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

Marlene

Smoke gets…

QUESTA E' LA MIA TERRA -

La Sicilia in innumerevoli libri, come sfondo o palcoscenico di film o opere televisive: ovunque e in mille modi l’isola dove sono nato si presenta in scena. Ed esce spesso bastonata. E’ la sensazione fastidiosa della mancanza nonostante tutto, dell’assenza soprattutto, di una misura seria che gestisca l’arbitrio percettivo che si ha di quest’isola. Anche del mio s’intende. Se arrivate in fondo al tacco di questa nazione e guardate i tre chilometri d’azzurro che fanno da confine fra il Sud e il sud del sud dovreste sentire l’aria inconfondibile della frontiera : alcuni di voi sanno per aver letto o studiato, altri non hanno alcun interesse di sapere. Informarsi e riflettere fuori dai pregiudizi è terribilmente scomodo, meglio imbarcarsi con le certezze già acquisite, quelle di cui fanno parte le date sui biglietti di ritorno. Basta leggere con onesta attenzione quello che della Sicilia è stato scritto, dipinto, suonato…filmato, basta ascoltare per qualche minuto una discussione qualsi...

L'INIZIO E LA FINE, ACQUA PASSATA -

È trascorso molto tempo, anni cioè secoli in termini di web ed io sono sfinito; non ha nemmeno senso scriverlo, è solo una scusa. Avevo chiesto ad alcuni blogger di prendere il testimone: ho in archivio una marea di testi, datati certo ma li ritengo più che dignitosi. Poi negli anni li ho frammentati, ri assemblati, in certi casi trasformati completamente…nel medesimo arco di tempo sono accadute molte altre cose e il mio rapporto con voi e il blog è cambiato in peggio. Alcuni di voi si lamentano a ragione della scomparsa di molti commenti posti in calce ai post negli anni passati, questo è il risultato del mio brutto carattere esacerbato da certi comportamenti sociali che mi si potevano evitare. Acqua passata? ACQUA PASSATA! Ma resta il fatto che adesso io sono esaurito e confuso perchè di tutti questi anni e di tutta questa scrittura non so più che farne. E nessuno vuol porvi mano.  Ho troppi scheletri nell’armadio? Cercavo un editore virtuale, una cosa tranquilla, senza fini di ...

ADDIO -

Attendo con una certa impazienza di inabissarmi assieme all’isola che mi ha custodito finora, è il destino che attende me e le mie imprevedibili apparizioni. Ho trascorso tutta una vita ad illudermi di far parte di un gruppo eterogeneo ma coeso; una sorta di popolo dell’aria, della terra e del mare, ognuno con le sue stimmate testimoni di infiniti ed estenuanti ricerche. Non è vero, non lo è in tutti i modi possibili: economico, politico, storico, esistenziale e culturale.  L’ordine delle condizioni andrebbe visto in ordine inverso ma anch’esso è in fondo un esempio del divenire della mia vita in questa parte di mondo e di web. Dal denaro dispensatore di ipocrite sicurezze e di intollerabili ignoranze alla politica che è sempre stata un ciarpame di ignobile fattura sotto qualunque regime e presupposto sociale. Dalla storia stanca di prostituirsi in cento modi pur di essere accettata dai suoi lenoni, alla cultura infine che resta una vetta inarrivabile tanto più desiderabile quanto ...

CLANDESTINO -

La questione clandestini sul territorio nazionale è gestita in modo vergognoso, direi senza senso ne umano ne politico; la clandestinità è un reato ovunque e i confini nazionali esistono ovunque perché le nazioni esistono su tutto il pianeta qualunque sia il loro regime politico. In nessun luogo al mondo l’arrivo in massa di esseri umani con abitudini e culture diverse ha prodotto SOLO effetti positivi, la storia ce lo dice a chiare lettere e ci dice anche che solo un’integrazione pulita con il vecchio tessuto sociale in cui ti presenti può essere accettata. Il contrario produce devastazioni terribili. Non si è mai visto che una civiltà debba sparire autoconsegnandosi ( è questa la vera fondamentale differenza di cui nessuno parla) ad un’altra che la invade con arroganza. I termini della questione sono ben diversi, i valori dell’Europa millenaria non sono inferiori a quelli delle foreste o dei deserti africani, non si capisce il senso di chi afferma il contrario. Inoltre l'azione ...

IN ATTESA

Sto bene così. Anzi no, aspetto in questo modo il cambiamento, la fine di questa vena d'acqua un tempo ricca e forte ora stillicidio mediocre e lento. Non sto bene, né così né in altro modo, attendo mentre il vento è già cambiato. Sono finite le parole, le commedie, gli imbarazzi, le acrobazie barocche ed i tanti finali a sorpresa. Arriverà severo e invocato, statuario, bellissimo il silenzio, ed io avrò un altro palcoscenico sul quale le parole non cambieranno nulla. Non dirò d'amore e passioni e non ci sarà nemmeno un velo sottile tra quel che vivo e la sua descrizione. Sarò il silenzio e infine avremo pace.

Niente da dire solo ascoltare e rimpiangere la sua assenza

TIMPA -

Stanotte, a Catania, ho deciso di getto, me ne vado a mare sotto la Timpa di Acireale a guardare la luna; un vecchio mi disse una volta che… di sira a’ montagna di focu ci va’ cunta al mari tutti i pinseri di Diu. E io là sarò, attentissimo a non perdere manco una parola.

AMMIA STI TRI MI PIACCIONO ASSAI

CARTA PENNA E TASTIERA -

Scrivere su un foglio non è la stessa cosa di battere i tasti neri di questo PC, non lo è affatto! Leggere un libro, lasciarvi dentro un segno o il cuore, riprenderne certe pagine e rileggerle, carezzare il dorso della copertina, infilarlo in una tasca e farsi accompagnare da lui durante la giornata non è come gestire un blog.

SCRIVERE -

Scrivere col tempo ho scoperto significa porre la nostra dimensione esistenziale davanti a noi, farci guardare in faccia dalle cose che viviamo, portarle fuori e riprovare a meritarcele con la forza del pensiero. E’ un diventare adulti senza dimenticare il ragazzo libero che vive dentro di noi. Ma è anche un gioco pericoloso perchè esalta la verità intima di ciò che siamo e la verità è un confronto scomodo, la verità pubblica lo è ancora di più.

TOTEM -

Ho finalmente guardato dal ciglio del mio territorio ed ho scoperto che è senza confini e che è mio solo per uno scherzo ludico: è nostro! Di tutti e di nessuno. I totem del nostro pensiero politico, sociale, culturale, i piccoli grandi segni delle nostre consuetudini giornaliere, i nostri amatissimi tic e le parole, infine, le nostre note personali e inconfondibili…confuse anch’esse.

ESORCISMI -

E’ proprio uscendo da questa mia dimensione di blogger che avverto la caduta. Dentro queste stanze familiari che conosco a menadito, dentro questo riflesso immutabile e senza età non vivo conflitti dannosi o insormontabili. Da fuori la percezione dell'inutilità del tutto combatte ogni giorno con la necessità e la bellezza dell'esistenza e ogni tanto si esce sconfitti. Scriverlo è esorcizzare il pericolo e la morte.

UN RITUALE -

Scriverò ancora, continuerò a farlo così come un vizio antico da cui non so liberarmi. Non è detto che risponda ai vostri messaggi… spesso non so cosa dire, perchè rispondendo a volte io perpetuo un rituale che rende risibile anche un’intuizione corretta: nascere è umano, perseverare è diabolico. Pare che io lo sia diventato.

AMORI RICORDATI -

I miei amori ricordati sono perfetti: belli e levigati. Sono essenza pura e resistono al tempo per questo, per lo stesso motivo non mi ingannano più. Quelli di cui parli tu sono incubi e mi dispiace per te, i miei teneri e spaesati ricordi di una vita che ancora scorre.

CASA MIA

Inutile dissidio delle ultime sessanta estati. Parole esitanti, stonate, risibili caricature del mio sosia che malamente recita il ruolo che fu di altri. Quando certa sarà stabilita la mia definitiva inutilità vecchiaia e saggezza mi riporteranno a casa mia. La porta sarà aperta, abbraccerò le pareti bianche mi confonderò con esse. E infine non ci sarà più nessuno che mi dirà che troppo grande è stata la malinconia di vivere.

ORIANA -

Una donna occidentale non può in alcun modo favorire il diffondersi della cultura islamica sulla sua terra ma può benissimo criticare aspramente i libri della Fallaci. Mi sembra un discorso di una chiarezza disarmante… evidentemente mi sbaglio.

SEDICI ANNI DI NUOVO -

Io non bado alle lacrime che ora puliscono i tuoi occhi, mi avvicino fino a bruciare la mia anima dentro le mille pagliuzze delle tue iridi e ti bacio facendo sbattere i denti contro i tuoi. E abbiamo di nuovo 16 anni e dell’amore non sappiamo nulla e il sesso è l’unica cosa che vogliamo, l’unica che riusciamo a capire. Siamo tornati le rolling stones pericolose dell’altro ieri e mi metto a singhiozzare senza freni, senza tempo, senza pietà… voglio le altre tue labbra e disintegrarmi dentro il tuo utero.

MUOIO OGNI VOLTA -

Sono un marinaio che ha bruciato tutte e carte nautiche preso dal folle convincimento che i mari siano tutti uguali e identiche le rotte che lo attraversano. Io muoio ogni volta… quello che c’è prima, tutto il territorio che precede il momento clou è ciò che amo, la vera spinta ad una penetrazione che, a quel punto, diventa quasi ineluttabile. Muoio ogni volta mentre faccio sesso questa è la verità.

COMMOZIONE -

A che serve un blog signori? Ognuno scrive quel che sa e può, Io scrivevo per commuovere nel senso latino del termine; cercavo di farlo perchè ero a mia volta smosso nell’animo, scriverne mi liberava, mi libera. Questo era il blog per me. Questo è quel che resta di me, forse di noi, una commozione. Non sono mai stato l’uomo che è capace di sorvolare nell’ambito di “più ampie e nobili prospettive”, nelle assemblee e nelle discussioni di una vita non digerisco la propaganda, l’ideologia pelosa e fine a se stessa, le adunate oceaniche e i trend di stagione.

IL TEMPO DI UN TEMPO -

Ci fu un tempo lunghissimo in cui mi piaceva molto essere amabile, sapevo ritrovarmi in un attimo ed ero estremamente determinato nel mio progetto seduttivo. Ah, quanto duravano le mie stagioni, le estati infinite a divorare il sole e la luce e quanta crudeltà c’era nello scivolare tra le pieghe della carne e sentirsi in armonia sempre, senza mai un ripensamento che non fosse una nuova strategia, un’onda nuova che mi portava in cresta a mostrarmi il tuo corpo nudo e acceso.

L'OSSESSIONE DEL DESIDERIO -

Col tempo navigai sempre più lontano dalla costa fino a distinguere con sorpresa che c’era una sola cosa ad attrarmi del sesso: l’ossessione del desiderio. Ho imparato quindi a cercare e a trattenere il desiderio, a riconoscerlo quando l’ho addosso. Ma dura così poco: mi abbandona facilmente e mi lascia vuoto ad osservare gli altri agitarsi per comunicarmi il loro struggimento. Ma io non li sento, sono gusci vuoti, sprecano il loro tempo e non riescono a parlarmi.

EST MODUS IN REBUS-

Nessuno di noi ha limiti, dovremmo una volta per tutte accettare la fantasia e i voli di tutti, solo i nostri pre-giudizi hanno creato questo insopportabile mondo virtuale più scemo e bigotto di quello reale. Incredibilmente stiamo mettendo malamente in pratica l’antico motto latino – Est modus in rebus- con modi prefabbricati e taroccati che delle cose non sanno nulla.

ADDIO NANDA -

Riprendo in mano i vecchi automatismi e mi sembra un secolo: ancora parole, di nuovo segni su queste pagine e stavolta sono per me. Sono per dire che la mia generazione se n’è andata definitivamente ieri. Andata, non morta, ma certamente ha passato la mano quando Nanda Pivano ha cessato di vivere. Tutta la letteratura di quella che Kerouac chiamò la beat generation, tutto lo scrivere nuovo e segreto dei miei sedici anni, tutta la mia anima sull’orlo delle labbra è passata nell’opera di questa donna. Chi potrà mai descrivere il senso di sorpresa e totale identificazione alla prima lettura di Hemingway o di E. Lee Masters, come posso comunicarvi il commosso smarrimento al primo e ormai lontanissimo ascolto del disco di De Andrè? Nessuna traduzione servirebbe. I sogni in verità non muoiono, si nascondono quando l’aria o l’età diventano pesanti; ma la mia generazione adesso passa la mano, si raccoglie nel parlare tenero e assorto dei suoi ricordi bellissimi e liquidi. Altro non può fare, n...

UN DILEMMA IRRISOLVIBILE -

Il fatto che io senta con chiarezza che ciò che scrivo si perda per strada appena lo batto sulla tastiera non è un vezzo da piacione del cavolo: io sento che è così. Arriva poco dell'universo che mi gira dentro e, in genere, solo la parte più scomoda e conflittuale. Per dirla in altro modo, arriva solo la mia componente snob, critica, quella che mi fa apparire un arrogante ante litteram arrivato non si sa come in un ambiente di gente tranquilla e "normale". Se fosse diversamente la blogosfera, me compreso, sarebbe un eden salvifico in cui ognuno potrebbe liberarsi e migliorare.

IL RELATIVO -

Nessuna verità assoluta e davanti a me l’immenso spazio del relativo. Qui sono a casa mia, nella mia isola: in Sicilia il sembrare vero conta più dell’essere vero e c’è gente che su questo ha vinto un nobel per la letteratura cambiando il teatro del novecento. Io faccio molto meno, guardo il mare. Dall’altra parte ci sarà pur qualcuno che fa la stessa cosa.

LA CASA AL PLEMMIRIO -

Giro intorno lo sguardo verso il Plemmirio punteggiato di case per ricordarne una, situata un po’ più in là, sul deserto di pietre aspre del Capo con il faro. La casa c’è ancora, occhi azzurri, ma non ci appartiene più perché, violentata dagli anni, non sente le nostre voci né quelle degli amici di allora. Adesso solo il vento salmastro del mare l’accarezza, col sentimento un po’ esclusivo di chi non ammette altre condivisioni affettive se non quelle del mirto e degli olivastri selvatici.

FOGLI VUOTI

Sono andato lontano anche stavolta, anche se non era necessario, mi sono ritrovato lontano. E tu non mi hai riconosciuto in questo andirivieni ossessivo. Io torno sempre, ogni volta con una parte di meno, ogni giorno con un desiderio in più e un'opportunità di meno. Io torno sempre ma questa lunga ferita che mi divide, ogni giorno recita la sua litania. E mi condanna. Ripartirò lo stesso perchè non so sfuggire al mio destino e tu, un tempo, ti rifiutasti di crocifiggermi alla devozione assoluta dell'amore per te. Ripartirò come una girandola impazzita nell'assurda speranza che, per una volta, i cocci del mosaico, fortuitamente si ricompongano. E tu possa riconoscermi.

ISLAM 2 -

I nazisti accendevano roghi per bruciare i testi che non collimavano con le tesi della razza, la santa Inquisizione più sbrigativamente bruciava sui roghi libro, autore…e lettori. Nei paesi islamici esiste bene o male un solo libro ammesso e letto come testo unico nelle scuole: il Corano. Non è la prima volta che uno scrittore viene messo all’indice e per quanto mi riguarda lo trovo vergognoso comunque: l’Islam ha colpe e pregiudizi pesantissimi, gravi almeno quanto quelli dell’Occidente. Per logica aristotelica, osservando il mondo che ho conosciuto (anche qui al sud dove l’Islam è gomito a gomito con la mia cultura) devo dirti che nella coesistenza di una società multietnica i problemi esistono e sono legati fondamentalmente alla poca chiarezza e alla sudditanza psicologica o “maliziosa” sui cardini del vivere sociale e civile in un determinato contesto. Diritti umani, di famiglia, laicità dello stato, libertà di espressione e, permettimi di dirlo, atteggiamento verso l’universo fem...

LA RAPPRESENTANZA -

Dobbiamo cominciare a ragionare in modo pulito e semplice sui fondamenti della nostra convivenza sociale e civile, perchè ogni altra cosa a partire dalla politica nasce da lì. Sono tutti al nostro servizio e sono troppo pagati. Se in campagna elettorale affermano certe cose devono assolutamente metterle in pratica dopo, altrimenti dimissioni obbligatorie immediate . Nessuno, nemmeno il signor Presidente della Repubblica, è esente da questi obblighi di decenza umana, la sua particolare funzione tra l'altro lo obbliga a controllare esattamente questi aspetti della dinamica politica. Sono tutti al nostro servizio, la cosiddetta rappresentanza parlamentare significa questo: devi fare al nostro posto perchè noi te ne abbiamo dato l'incarico. Se non lo fai o fai diversamente devi semplicemente sparire.

EUROPA-

La UE è uno schifo vergognoso e una dittatura sempre più stringente sul collo di ciascuno di noi. Essa non è nemmeno lontana parente del sogno europeo ideale degli anni 50- 60 col contributo intellettuale dell'Italia; questa Europa di Bruxelles è un mostro alieno avulso dagli interessi e le necessità del popolo ma strumento potente di élites estranee a qualsivoglia nostra necessità. Però questa ameba soffocante viene esaltata e spacciata per l'unica nostra salvezza con un martellamento continuo.

ALLA FINESTRA

Gentile signora, affacciato qui alla finestra dei giochi di vita non mi sento troppo a mio agio: eppure è una posizione privilegiata. L’ho scelta, o dovrei dire trovata, varie volte in questi ultimi trentanni, mi ha fatto un gran comodo lo ammetto: osservare e non essere contagiato dal brulichio delle posizioni e degli errori ad esse conseguenti, pensare di poter evitare sciocchezze che da qui sembrano palesi incidenti di percorso e da lì in basso invece appaiono come luminose alternative esistenziali.  Credo che il germe dello snobismo culturale sia proprio in questa idea e che l’arroganza che da essa fisiologicamente ne discenda, oltre un certo punto, non sia più contrastabile. Eppure come vede non ho trovato ancora il coraggio di allontanarmi da questo punto di osservazione. Anni fa trovai una prospettiva nuova e da questa finestra molte azioni, sia le umane in senso stretto che quelle più propriamente culturali, emergendo dalla nebbia confusa delle contraddizioni sociali e stor...

AVANTI SAVOIA -

Per risolvere e gestire problematiche sociali ed economiche nuove bisogna conoscere bene i luoghi, le tradizioni e l’ambiente in cui agisci. Il sud era un mondo a parte nel 1860, ne migliore ne peggiore, diverso, un regno con la sua economia e la sua gente. I Savoia non fecero altro che sovrapporre il loro mondo, le loro leggi e i loro interessi a qualcosa che somigliava tanto ad una colonia di sfruttamento. In quest’ottica superficiale affidare il controllo del territorio campano alla camorra del tempo che già lo controllava parve ai piemontesi il sistema più comodo e sbrigativo, semmai da modificare in seguito! Il messaggio che arrivò alla popolazione fu immediato: niente è cambiato in meglio. Se Crispi ne fosse o meno al corrente non so dire ma certo è difficile pensare che le menti che pensarono e vollero l’unità di Italia, che ne idealizzarono la storia e il divenire, fossero così ingenui da non capire che l’abito unitario doveva essere cucito con altri tessuti e altri sarti. Vit...

IDEALE NON CORRISPOSTO -

Non credo all’ideale europeo e quello unitario mi sembra ormai fatiscente purtroppo; non credo che una forte sensibilità culturale possa colmare il vuoto immenso di un popolo e di una storia che ci ha consegnato ad altre realtà.

NON POSSO DESCRIVERE LA MIA STANCHEZZA

Il mio modo di scrivere è terribile nei rapporti virtuali, io so, credo di sapere, qual è il click che innesca certi drammi: io scrivo sempre del vero! Sono veri i personaggi e i luoghi, i particolari, le cadute e i sogni, le parole. Scrivo di me perché di altro non so scrivere e dandomi in pasto a chi legge spesso vengo gratificato con gesti indegni, da invidie e questioni che non c’entrano assolutamente nulla con la mia persona e la mia misura. Il blog vive in apparente tranquillità perché lo conoscono pochissime persone ed io non commento praticamente mai. Non mi fido più e non sono in grado di mutare la percezione che hanno di me all’esterno. Tutto questo incredibilmente risulta slegato dalla mia sintassi, dalla mia terminologia, dalla mia cultura dal mio passato…dal mio tutto. In rete io mi sono rivelato più che fragile, direi nudo e il fango l’ignoranza e la maleducazione si sono ampiamente divertite con me.

Per Miriam

METAMORFOSI E SINTASSI -

Di metamorfosi si può morire o ferire gli altri, si può mentire e credere veramente di farla sempre franca perché non siamo noi a commettere il crimine ma la parte diversa di noi, magari appena creata. Eppure nemmeno la splendida letteratura dei mille cambiamenti umani ci affranca dalle stimmate che ci rendono riconoscibili: non è un neo, l’angolo della bocca, il suono della voce o il modo di camminare, qui sui blog è la SINTASSI e non potrebbe essere altro. Credo lo sia certamente per me, è lei che ci raccoglie, perle distanti, su unica collana: il gioco inizia da lì.

PRIMA E DOPO -

Prima dei blog le parole uscivano più lentamente sulla carta, c’era tutto il tempo di vederle crescere e spalmarsi sul bianco come spose in attesa del principe azzurro: il mio antico vizio non si confrontava con nessun altro pretendente, mancava lo stimolo perverso del contraddittorio col suo carico di fine annunciata. L’astrazione è parte della mia vita da sempre: è una fuga dagli orrori (anche concettuali) e dalle mediocrità. Vado via, mi allontano e guardo le cose in una prospettiva meno asfittica, in fondo scrivo alla stessa maniera o almeno ci provo. Mi distraggo ogni tanto…cambio luogo, scrivo altrove, leggo altrove, poso lo sguardo su ciò che aborrisco di più, ne sono capace, voi?

GIULIA -

Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via.

FRUTTI PROIBITI -

Oggi il sole è chiaro, un’armonia perfetta che monda il paesaggio da ogni imperfezione e io sono un uomo fortunato, non allegro né soddisfatto, ma cosciente della sua vita questo sì. Non è poco. L’unico rimprovero che mi faccio è che dovrei stare più attento quando dico o penso certe cose: i mai, i per sempre non sono materiale da maneggiare con disinvoltura alla mia età. Si tratta di frutti proibiti. Per me sono stati l’anticamera dell’impotenza, monoliti eretti nelle praterie della mia vita. Per quanto mi sia allontanato, nonostante l’infinità di stagioni trascorse, infine mi ritrovo sempre di fronte ad essi: o sono la verità assoluta o il vicolo cieco in cui mi sono cacciato da ragazzo, e il demone ride. Sono un solitario e adesso non ha più importanza capirne il perchè: è trascorso tutto il tempo necessario ad esaurire le ragioni di una vita vissuta così. Io sono solo. In compagnia, buona o brutta, assorto nel formicolare di pensieri o nel silenzio vuoto di un giorno d’estate, io s...

DONNE -

Le donne non ci appartengono perché dividono un coito con noi, questa è un’idea che dalle mie parti è giunta tardi ostacolata dai profumi d’oriente. Le donne SONO l’umanità, il tramite unico per il nostro restare su questo pianeta, il nostro unico futuro biologico; fuori da questo contesto non hanno sesso e restano esseri come tutti, intelligenti o stupidi, interlocutori reali, squisiti archetipi a volte di quanto di più alto e nobile l’umanità possieda e insieme assioma funesto di bassezze e crudeltà senza fine. Le curve sinuose con cui esse disegnano il loro cammino sulle nostre strade sono una provocazione continua alla nostra intelligenza mal costruita, l’occasione, spesso fallita per molti di noi, per superare d’intuito l’aspetto esteriore delle cose e amare veramente l’essenza.

LA SOLITUDINE DI NOI -

Desiderio di seno, di pelle, di labbra: cerco di penetrarti con le parole e ti bevo con la mente. Sono trascorsi pochi istanti ma non posso più tornare indietro, è una tensione inarrestabile verso un orgasmo liberatorio; te ne sei accorta e ti sei riconosciuta, mi agganci con i tuoi occhi verdi, quasi febbricitanti, e non mi lasci più. Forse pensavi che tutto questo non fosse possibile, pensavo anch’io la stessa cosa prima di conoscerti. Ascoltami, ora, in un attimo, sta morendo il vecchio ragazzo che sapeva molte cose. Al suo posto sta nascendo un uomo nuovo, ignorante di tutto, ma curioso d’ogni cosa. Parlami, signorina, avvelenami un po’ alla volta: sta scomparendo tutto, gli oggetti e le persone intorno a noi. Saremo soli io e te fra poco, assolutamente soli. Quel che non sapevo è che la solitudine di noi mi avrebbe accompagnato per sempre.

LA BLOGOSFERA E I SUOI PESCI -

Dietro ogni commento c'è un mistero e una persona, usatelo bene.

PILOTA AUTOMATICO -

La natura vera e profonda, il nostro istinto “privato”, quello che ci fa uno diverso dall’altro, guida comunque la nostra vita. Ad un certo punto del nostro cammino, per la prima volta, iniziamo a mediare: ci sostituiamo al pilota automatico che ci ha portato fino a quel giorno. Non ci fidiamo? Vogliamo altro? Abbiamo bisogno di socialità condivise e misurate? Ognuno ha i suoi motivi e quel punto può riproporsi altre volte lungo il cammino.

NIENTE DI PIU’ -

Sono sconfortato, non vi si può leggere. Ci ho provato lo giuro ma il livello è troppo basso e la presunzione di scrittura troppo alta. Poiché non sta bene criticare direttamente gli autori e non è nemmeno possibile scrivere delle mezze verità, io resto nel mio con questi testi. Testi da blogger senza pretese da premio letterario, senza ricerche di strategie sintattiche, senza inutili discussioni fra letterati mancati (discussioni ancor più ridicole di tutto il resto). Ci ho provato ma quello che pensavo mesi fa quando il meccanismo delle relazioni virtuali e della scrittura in rete si è frantumato del tutto, quell'idea maledetta torna sempre a galla. Non vi seguo più e resto qui per i fatti miei come posso: io sono solo un blogger.

AD PERSONAM -

Scrivo articoli da anni, li scrivo ad personam: anzi li scrivo essenzialmente per due persone. Una sei tu che mi stai leggendo. Non ti conosco perchè non ho mai conosciuto realmente nessuno dei blogger con cui ho contatti, sicuramente ho letto molte cose tue e l’ho fatto con un’attenzione che tu non puoi nemmeno immaginare. Eppure non ti ho mai concretamente stretto una mano o guardato in viso: non ho mai visto le tue mani, le tue gambe, la tua bocca, come cammini e ti siedi, il colore dei tuoi capelli. Non ti conosco però quando inizio a battere sulla tastiera so che ci sei tu davanti allo schermo e che tra un po’ leggerai; spesso parto da considerazioni immediate, magari lette poche ore prima sul tuo blog, o su un commento ad un tuo post, a volte resto assorto mentre ci penso, annuso nell’aria il sapore di quello che sei dietro le parole e penso che tu farai lo stesso con me. Scrivo per te ma dopo qualche riga tu diventi un altro blogger e poi un altro ancora…un turbinio di voci e di...

QUESTA NOTTE -

Non so perché scrivo: mi sono inventato tante ragioni ma erano altri giorni. Questa notte non posso e non so. Il narcisismo non basta, la cultura non serve, restano solo i desideri ma sono contorti e senza parole: situazione paradossale, ho un bisogno disperato di parole ed esse si annullano ma mano che nascono. Cerchi l’armonia che hai sentito una volta e la insegui per una vita intera...quando infine ti accorgi di essere solo in tutto questo può essere normale pensare di lasciare cadere le braccia. Sono fragile, non lo nascondo, il senso d’inutilità per gente come me è sempre in agguato. Sono anche un peccatore, l’orgoglio è la mia malattia ed è una malattia grave. Cosa intendo fare? Niente, voglio anzi accentuare la separazione tra quello che ritengo di essere e quello che viene interpretato di me: non sono buono, non sono disponibile e sono meridionale. Mi piace esserlo nella misura in cui mi viene rinfacciato esserlo.

L'ABISSO -

Il marasma grezzo e spinoso di questi anni negati alla verità e dedicato invece alle bugie fanta commerciali di spread, ideologie, insulti e strategie mondiali, crollerà su se stesso. Si rivelerà per ciò che veramente è: una fantastica e ridicola presa in giro. Saremo già morti o risuscitati, non importa, saremo davanti all’abisso che ci governa da sempre e con esso finalmente ci confronteremo. Saranno l’amore, la poesia, l’aria e l’acqua di cui siamo fatti a sostenerci davanti al tribunale dei nostri giorni perenni, e sarà bellissimo e giusto riconoscerci nel segno antico e profondo della nostra vera essenza.

IN CHIUSURA -

Questo blogger si è "chiuso" esaurendo il suo compito dopo aver per anni visitato anche i più nascosti recessi della mia intimità esistenziale: ho usato le pagine virtuali per raccontarvi e raccontarmi, ho evitato in tutti i modi di aprire le porte ai contesti prettamente ideologici, quelli in cui era più facile istupidire appresso a querelle inutili scritte per giunta con colpevole superficialità.

L'ALTRA LINGUA L'ALTRA SINTASSI -

Tutti voi assieme a me dovete afferrare l'altra lingua e la sintassi che le compete, quella del confronto cosciente e non dello scontro a difesa di qualcosa che è già trascorso proprio a causa di sciocchi e reiterati tentativi di imbalsamarlo. Si cresce assieme da soli si invecchia e basta.

LA MIA BACHECA ESISTENZIALE -

La scrittura prevede uno scatto in più, una fede e una volontà diversa. Sui blog è facile dissolversi dentro la corrente di scritture assolutamente simili, di parole che hanno perso l’anima originaria pur conservando un bell’abito esterno. In questi casi il blog lo si tiene così sospeso come una fiammella che si agita piano e in silenzio, io non so immaginarne il futuro. La mia bacheca esistenziale è qui la vedete, non chiedetemi perché vi scrivo sopra o per chi: voi forse lo sapete? Quanto sappiamo di noi? Quanto veramente riusciamo a scrivere di noi? Dove si è fermata la nostra vita l’ultima volta e ci ha dato l’opportunità di inchiodarla sulla pagina?