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Per risolvere e gestire problematiche sociali ed economiche nuove bisogna conoscere bene i luoghi, le tradizioni e l’ambiente in cui agisci. Il sud era un mondo a parte nel 1860, ne migliore ne peggiore, diverso. Un regno con la sua economia e la sua gente. I Savoia non fecero altro che sovrapporre il loro mondo, le loro leggi e i loro interessi a qualcosa che somigliava tanto ad una colonia di sfruttamento. In quest’ottica superficiale affidare il controllo del territorio campano alla camorra del tempo che già lo controllava parve ai piemontesi il sistema più comodo e sbrigativo, semmai da modificare in seguito! Il messaggio che arrivò alla popolazione fu immediato: niente è cambiato in meglio. Se Crispi ne fosse o meno al corrente non so dire ma certo è difficile pensare che le menti che pensarono e vollero l’unità di Italia, che ne idealizzarono la storia e il divenire, fossero così ingenui da non capire che l’abito unitario doveva essere cucito con altri tessuti e altri sarti. Vittorio Emanuele non cambiò nemmeno il numerale dinastico del suo nome alla proclamazione del regno d’Italia unito.

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Vincenzo

“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte."  Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...

Incapace

Non sono mai stato capace di indirizzare le mie forze, i miei istinti verso qualcosa di concreto, qualcosa che mi potesse salvare veramente dall'erosione esistenziale che già cominciava a sgretolarmi a 20 anni! Uno sciocco dalla sintassi esemplare! Un nullafacente dalla cultura esplosiva e dalla capacità fortissima di non tenere niente di solido tra le mani.

Domani

Io guardo il cielo sopra di me e voglio aspettare che questa sera smaltata e sensuale si spenga e mi lasci il tempo di capire e giudicare. La mia vita dorme nell’altra stanza, qui si sente solo il ronzio del ventilatore di raffreddamento del Pc. Silenzio, che meraviglia, così sembra tutto lontano. Anche la rabbia politica e quella esistenziale. E’ il senso della vita che mi sfugge o forse non la so raccontare? Domani mi impegnerò, domani quando questo silenzio imbarazzante sarà terminato.