Che io ci sia, risponda, non mi fa più vivo, mi fa solo più social: esisto ancora seppure in modo diverso e quando non ci sarò più se la scrittura è ancora fruibile qualcosa di me sarà restato. Con o senza interloquio la mia esistenza avrà un senso nonostante tutto. Io ci credo fermamente, è il motivo per cui al tramonto della mia vita sto lasciando visibili tutti i miei testi su TUTTI i miei blog: questa risposta vale per chiunque passi da qui e legga.
Se in questi anni a seguito dei miei post ci fosse stato un vero interloquio, commenti che mi avessero dato l’opportunità di sviluppare un discorso più ampio centrato sullo scritto allora sarei rimasto, avrei avuto uno stimolo in più. Ma così il discorso è da ritenersi chiuso.
La scrittura resta, i mei sogni restano, la mia vita non muta per i desideri superficiali di altri, Enzo è vivo nel suo intelletto e nelle cose che scrive. Che sia letto, accettato, conta meno. Lasciare una traccia di me era importante.
L’unicità è un grande pregio, non deve diventare arroganza ( il rischio è alto); chi scrive qui è un campione di imperfezioni vi assicuro e ci convivo.
Scrivo da sempre, mi viene facile e naturale fin dai tempi delle elementari e poi via via negli anni della giovinezza e della maturità; ho usato sempre la scrittura nei contatti che stimavo importanti della mia vita. Scrivo per non dimenticare e non farmi dimenticare, scrivo per capire ( innanzitutto me stesso), se capisco comunico altrimenti mi chiudo. Ma non c’è solo questo: scrivo perchè mi piace e MI PIACCIO! Non serve mascherare il lato edonistico e narcisistico della mia presenza qui: non mi fa ombra confessarlo.
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte." Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...
Commenti
Posta un commento
L'autore del blog è andato via per sempre.