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Visualizzazione dei post da luglio, 2025
Per risolvere e gestire problematiche sociali ed economiche nuove bisogna conoscere bene i luoghi, le tradizioni e l’ambiente in cui agisci. Il sud era un mondo a parte nel 1860, ne migliore ne peggiore, diverso. Un regno con la sua economia e la sua gente. I Savoia non fecero altro che sovrapporre il loro mondo, le loro leggi e i loro interessi a qualcosa che somigliava tanto ad una colonia di sfruttamento. In quest’ottica superficiale affidare il controllo del territorio campano alla camorra del tempo che già lo controllava parve ai piemontesi il sistema più comodo e sbrigativo, semmai da modificare in seguito! Il messaggio che arrivò alla popolazione fu immediato: niente è cambiato in meglio. Se Crispi ne fosse o meno al corrente non so dire ma certo è difficile pensare che le menti che pensarono e vollero l’unità di Italia, che ne idealizzarono la storia e il divenire, fossero così ingenui da non capire che l’abito unitario doveva essere cucito con altri tessuti e altri sarti. Vitt...
La libertà di lettura avrebbe un valore maggiore se fossero presenti due componenti fondamentali: varietà di opinioni e misura e civiltà nell'esporle. Mi pare che siamo lontani da questo obiettivo, i social nel loro insieme hanno aggravato il problema invece di mitigarlo. Penso che la misura civile cui io faccio riferimento sia finora possibile solo sul cartaceo e non in modo assoluto. Ti chiedi dove siamo finiti? Sei sul blog di un uomo che ha passato i 70 anni e che scrive in rete da 20 anni, prima scribacchiava su blog notes e pensa seriamente di tornare a quella dimensione. Che il termine libertà sia da sempre abusato, mistificato, usato in modo improprio è sotto gli occhi di tutti ma io sono stanco, stanchissimo di discussioni, le lascio ad altri e mi tengo questi testi frutto di anni di vita mentale.

Gli orrori, quelli veri

Sei una bambina. Cinque anni. Sei del Sudan, e il tuo peccato è esistere. Non sei musulmana, sei altra.  Sei scheletrica, pelle nera come la fuliggine, e il mondo ti ha già dimenticata. I miliziani filogovernativi potrebbero arrivare da un momento all’altro. Se arrivano, morirai. Ma oggi no. Oggi non è la morte con un colpo di fucile. Oggi è l’infibulazione . Oggi è il coltello.  Ti strappano via tutto, senza anestesia, perché il tuo dolore non conta. Il tuo corpo non è più tuo. È una ferita aperta, e tu urli, ma nessuno ti sente. Poi, la fame. La fame che ti rode le viscere, che ti trasforma in un fantasma. E poi, finalmente, arrivano loro. I miliziani.  Uccidono tuo padre davanti a te. Violentano tua madre finché non smette di respingere i coltelli con le mani. Poi tocca a te. Sei troppo piccola, ma non importa. Sei una bambina nera, e il tuo dolore non fa notizia.   È come il 7 ottobre in Israele. Stessa ferocia. Stessa disumanità. Nessuno mette la tua fo...

5 secoli di massacri arabi contro gli ebrei

Prima dei confini, prima di Israele, prima di ogni pretesto: l’odio arabo contro gli ebrei nasce secoli fa e ancora oggi si traveste da resistenza. E in Occidente, le piazze e i salotti lo coprono con menzogne, omissioni e slogan da quattro soldi.  Quando si parla di Israele e Palestina, la storia parte sempre dal 1948 . Anzi, per qualcuno comincia direttamente dal 7 ottobre 2023, con il massacro di Hamas che ha fatto oltre 1.200 vittime israeliane in un solo giorno. Tutto quello che è accaduto prima viene sistematicamente cancellato, come se il conflitto fosse nato con la fondazione dello Stato ebraico e con la cosiddetta "Nakba".  Ma la verità storica racconta altro. Racconta di cinque secoli di massacri arabi contro gli ebrei in Terra d’Israele, quando di Israele non esisteva nemmeno il nome, quando il sionismo era ancora un’idea lontana, quando l’unica realtà era un popolo ebraico minoritario e perseguitato, che cercava di sopravvivere nella terra dei propri padri.  1...

Nova festival 7 ottobre 2023

La verità? Volete sapere cosa penso di voi che state con i selvaggi? Ve lo spiego.  Una parte di voi, la più grande, non ha nessuna possibilità di capire. Vi mancano i mezzi, la capacità di analisi, la conoscenza. Un'altra parte avrebbe le risorse intellettuali e la capacità di attingere le informazioni. Ma non vuole perché siete vittime di un pregiudizio, perché state, e volete stare, dentro un paradigma ideologico .  Oh, ragazzi, avete fatto la vostra scelta. Chi sono io per dire che è sbagliata. Solo prendetevene la responsabilità. Io non posso condannarvi per essere stupidi, posso solo difendermi da voi e starvi il più lontano possibile. E non posso neanche condannarvi per il fatto di essere vittime di una macchina di propaganda. Lo sono stato io stesso. Se non sapete che i selvaggi che rivendicano la "proprietà" di Massafer Yatta hanno lo stesso titolo che avrei io se rivendicassi la proprietà del lago di Garda vi posso capire. Se avete speso ore a sentire ogni scem...
Ricredersi non è una cattiva cosa ma il quesito resta soprattutto in questo ambiente dove la relazione tra chi scrive e chi legge e commenta sembra sia fondamentale. Lo è, impossibile negarlo e così diventa scontata l'influenza che l'altro può esercitare su chi scrive ma io personalmente mi sono sempre comportato diversamente: l'ho ripetuto molte volte, scrivo per una forma di liberazione intima e personale, è sempre stato così, scrivo perchè l'espressione scritta riempie il mio immaginario mentale fin da ragazzino. Ovviamente entrato nel mondo dei social le cose sono rapidamente mutate: se scrivi sinceramente di te e del tuo mondo prima o poi arrivano le batoste, non le interlocuzioni, le batoste che lasciano basiti.

L'intellettuale social

Sui social, l’élite intellettuale si mostra spesso più faziosa che lucida. E quando crolla il rigore, resta solo la propaganda in cattedra. I professori universitari italiani, almeno sulla carta, dovrebbero essere il baluardo del pensiero critico, del metodo, del rigore. Eppure, basta aprire X (ex Twitter) per vederli esibirsi in performance imbarazzanti, spesso fuori fuoco rispetto alle loro stesse discipline. Peggio ancora: travolti da bias ideologici così evidenti da far impallidire perfino i politici più smaccati.  Economisti che parlano come sindacalisti. Filosofi trasformati in opinionisti di talk show. Giuristi che confondono il diritto con la morale militante. Il social dell’uccellino – oggi convertito alla "libertà d'espressione" tanto cara a Musk – ha scoperchiato un vaso di Pandora: quello dell ’accademico italiano fuori controllo.  Il problema non è il pensiero, ma l'ideologia travestita da scienza Nel momento in cui il docente universitario si butta nell...

Cecilia dove vai

Onestamente, trovo difficile credere che il possesso (o meno) dell’arma nucleare da parte dell’Iran sia stato il vero discrimine per un intervento israeliano. Quarantasei anni. Quarantasei anni di provocazioni, attacchi proxy, finanziamenti al terrorismo. Quarantasei anni in cui il regime iraniano ha minacciato, aggredito e negato l’esistenza stessa di Israele. E allora, mi chiedo: perché l’attacco solo adesso?  Quello che mi sconcerta, però, è un’altra cosa: la minimizzazione del 7 ottobre, dei razzi di Hezbollah, dei bombardamenti Houthi—tutti finanziati da Teheran—come se fossero mere sciocchezze, fastidi marginali. E in questo contesto, l’intervento di Cecilia Sala mi sembra ancora più surreale. Si parla di uno scollamento tra regime e popolazione, quasi a giustificare con un fatalismo rassegnato l’idea che un governo islamista—che la stessa autrice definisce estraneo alla Persia, un paese storicamente più vicino all’Europa che al mondo arabo—possa rapire, reprimere, uccidere ...

L'Iran oggi

In queste settimane, molti analisti criticano la posizione di Israele sull’Iran, sostenendo che il regime si stia moderando, che non rappresenti una minaccia reale e che la questione nucleare sia solo un pretesto. Tuttavia, sono convinto che il Primo Ministro Netanyahu abbia ragione nel chiedere un cambiamento radicale in Iran, e per dimostrarlo vorrei sottolineare due aspetti fondamentali: il sostegno iraniano al terrorismo e l’isolamento regionale di Teheran rispetto alla normalizzazione con Israele.  1. L’Iran è il principale finanziatore del terrorismo internazionale Da decenni, il regime iraniano sostiene apertamente gruppi terroristici e milizie destabilizzanti in tutto il Medio Oriente. Attraverso i suoi proxy – da Hezbollah in Libano agli Houthi in Yemen, dai gruppi sciiti in Iraq alle milizie in Siria – Teheran ha contribuito a devastare intere nazioni, alimentando conflitti sanguinosi e soffocando ogni speranza di stabilità. Siria: L’Iran ha sostenuto il regime di Assad...