C'era una luce intensa che tagliava la stanza come un colpo di sciabola: il pulviscolo reso evidente dalla luce danzava nell'aria. Il referto adesso era nelle sue mani e lui lo leggeva in perfetta solitudine. Tempo scaduto, bisognava mettersi subito all'opera se voleva lasciare in condizioni decenti queste tracce della sua scrittura. Si bloccò all'idea perchè la sottile sensazione dell'assoluta inutilità di ciò che aveva fatto era tornata prepotente alla ribalta. Ricontrollare tutto, riorganizzare tutto. Abbandonare tutto o lanciare oltre ogni cosa anche in assenza di sè.
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte."  Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...
Se posso trovare qualcosa di buono nel dipartire, è che tutto ciò che segue non sarà più un nostro problema. Che si tratti di oggetti, persone, affari, preoccupazioni. E' l'unica situazione in cui possiamo permetterci di essere egoisti. Surfinia
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