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Visualizzazione dei post da 2017

OGGI NIENTE DA DIRE -

Di cosa dovrei scrivere oggi? Certamente di politica o di libertà di stampa. Di storia, di poesia… quale? Di una storia raccontata da sempre ad uso e consumo di una parte, una poesia che invece di volare sopra si perde nei vicoli di una sintassi scontata? Di quale politica? Quella che ha perso tutti i punti di riferimento e perpetua se stessa nei modi e nei tempi di sempre? Quella che non usa il compromesso lecito ma sfrutta il potere di esserci nel modo più bieco? La libertà di stampa ad uso e consumo di una parte pronta, al momento opportuno, a rinnegare il ciclostile da cui è nata e negare, negare fino alla nausea tutto, parole, fatti, storia…persone? Il contatto continuo con persone cui è possibile solo concedere un falso apprezzamento stando ben attenti a non commettere nemmeno il più piccolo errore di battitura, a non mostrare mai le radici del proprio pensiero e della propria vita. I blog come diari virtuali ingessati dalla prepotenza altrui, la necessità assoluta di restare den...

Quest’ultimo Natale

E’ una variabile personale il tempo, il mio tempo diverso dal tuo; in verità non è nemmeno mio, con me scherza, ogni tanto discute…poi mi volta le spalle e se ne va per la sua strada. Così anche questo Natale, l’ennesimo, giunto puntuale per sé ma non per le mie aspettative. Ho dovuto lavorarci sopra nelle ultime ore, mi sono guardato intorno e ho visto il mio identico smarrimento, mascherato meglio però. La luce di cui parlarono i profeti galleggia nel cielo solo per chi sa e vuole vederla, per tantissimi altri è una fiction ben orchestrata. Ho trascorso alcuni Natale al buio ma ho letto a lungo che la Luce esiste essa è, siamo noi a colorarla e a chiamarla coi nomi più svariati: per chi ha fede essa è il soprannaturale che incrocia il cammino dell’uomo, per chi guarda solo alla realtà concreta è un obiettivo di riflessione ed umana solidarietà. Per me, bambino, fu neve e meraviglia, concerti di Natale e mia nonna col naso freddo in Piazza Duomo a Milano. Poi, negli anni, velocement...

UN CONTROSENSO CONTINUO -

Trovare la propria strada, sentirla dentro e non riuscire a percorrerla fuori: questa è stata la mia vita di blogger finora, un controsenso continuo. Non sarebbe cambiato nulla, credo, neanche in un contesto diverso, l’insoddisfazione o il disadattamento, una conflittualità permanente distruttiva e rapace avrebbero avuto l’identico effetto fuori da questa tastiera e da questo mondo di bites.

UN'IPOTESI -

Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale. Non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Il concetto di piacere sessuale sta stretto dentro il mio amore: prima no, prima ci stava benissimo ma era un’ipotesi.

PROVE D'ORCHESTRA -

Il vetro opaco che divide il mio mondo dalla immaginazione che chiunque di voi, senza colpe, se ne è fatto, rimarrà la dove è sempre stato, la responsabilità terribile di raccontarvi volute bugie o più che dignitose mezze verità ricadrà esclusivamente su di me: non vi dirò dove e se c’è il trucco, non vi chiederò nulla ma pretenderò molto. Quando le prove d’orchestra saranno terminate, nessuno di noi riterrà queste questioni importanti. Volgeremo tutti il volto verso l’origine della musica e sorrideremo finalmente riconoscendoci dentro il suo divenire.

NON DURERA'

DEMOCRAZIA - Ovvero le utopie

Il presidente del Consiglio è al mio servizio (inteso come cittadino rappresentare di una comunità nazionale), lo stesso vale per tutti componenti il suo governo. Le centinaia di deputati della Camera bassa e quelli meno numerosi del Senato della Repubblica sono al mio servizio. Rispondono a me del loro operato, rispondono a ciascuno di voi che leggete. In un sistema democratico parlamentare ognuno di questi signori risponde a noi: non si trova a Roma seduto sugli scranni della Camera o del Senato per originali ferie da trascorrere tra una chiacchiera e l'altra. Così per logica elementare dovrebbe essere: COSì NON E'!

UN QUID -

Stimolato da un quid in più nella scrittura che incontro divento attentissimo e ruvido, analitico oltre misura e scomodo: spesso trovo indoli più scomode della mia e amen. Ma io rispetto tutto quanto è rispettabile anche se diverso da me, ho trascorso una vita a contatto con “le differenze” da me, il web ne è solo l’ultimo esempio. Evidentemente non basta se non c'è reciprocità.

LA MIA TENEREZZA -

Alcuni mi hanno invitato ad essere più tollerante tout court e a provarci ancora; io dico ricominciamo in un altro post, ho ancora alcune confessioni strabilianti da fare e sono un uomo che nasconde la sua tenerezza per non farsi troppo male. Non posso scrivere diversamente da come scrivo, sono così: l’amore e la passione di cui parlo non sono forse anche vostri? Cosa vi destabilizza pensarlo?

INFINE -

Infine ci voleva del tempo per capire, un tempo non definibile, breve o lungo che fosse. Tu eri appunto il mio tempo, quello che mi serviva per raccontarmi nei gesti più disparati e apparentemente lontani. L’amore era un patrimonio enorme e noi non potevamo contenerlo tutto… si apre un interruttore, un giorno, e poi a ondate la vita ti porta via come un fiume in piena e tu non puoi rifiutarti di essere diverso da prima! Il treno mi distanziava come un replay al contrario.

GEROGLIFICI -

Guarda i miei geroglifici, avverti il sapore della inutilità. Questa notte come le altre in fila ad attendere un'altra vita e un altro senso. Dopo aver scritto penso sempre che a queste righe non ne potranno seguire altre, che queste righe siano totali e intoccabili, sintesi perfetta della fine e del nuovo inizio: una clessidra e noi polvere là dentro. Questo mi uccide, questo è appunto l’ombra del silenzio per il quale non c’è descrizione possibile. Ho provato a pensare di aver scritto ieri o l'altro ieri, poi mi sono perso nell'oggi. Ho ucciso il tempo ma esso mi insegue: questo è il suo epitaffio.

Un tempo ormai lontano pensavo di essere qualcuno: coltivai per anni il mio bagaglio per mantenere tale privilegio. E’ una minchiata! Oltrepassata una certa soglia siamo tutti meravigliosamente diseguali e sullo stesso piano come prospettive, solo la consapevolezza di ciò fa la differenza. Si può scriverne, raccontarlo, metterci impegno…sorriderne magari, sono vivo per ora, quando morirò lo capirete e capirete il resto.

DIVERSI -

Non siamo sullo stesso piano, millenni di culture, di discorsi non bastano a renderci uguali, siamo meravigliosamente diversi, dobbiamo solo evitare di violentarci, se amassimo le stesse cose allo stesso modo non saremmo un uomo che scrive un post ed uno che legge e riflette.

DI SERA

E' quando la luce vacilla e va via che arrivano gli altri colori. Tornano a grumi i ricordi come collane delle altre vite che io ho finto di dimenticare. Si riflettono in questa, danzano sui miei capelli, mi trascinano, timido, in un ballo pubblico sotto gli occhi di spettatori diversamente interessati. A volte rovescio il capo all'indietro e mi concedo. Allora è bellissimo, i cieli, le strade, le stagioni, i visi e le parole, mi sfondano il cuore senza farmi male. Allora io sono vero, senza luci di scena falsi eroismi, concrete paure. Sono quel che mia madre ama e teme io sia: un lucido errore che riconosce se stesso. Aspetto che gli astri terminino il loro ciclo, domattina non potrò dire di aver sognato non riesco mai a dividere esattamente i sogni dalla realtà, l'oggi da ieri, i miei occhi stanchi dai miei piedi di bambino. E' di sera che il quadro si compone ed io che sono malato alzo il viso verso l'eco delle mie ombre in direzione del mio respiro lontano.

IPERTESTO

Quello che mi distratto, incuriosito...stregato è stato altro. Io all'inizio usavo carta e penna, un foglio bianco e i miei segni neri, in silenzio e solitudine, soltanto io e la trasposizione in parole dei miei pensieri, non c'è cosa più affascinante della scrittura, non c'è cosa più duratura (purtroppo in certi casi). La scrittura diventò mia già a dieci anni. Era un fatto naturale, fisiologico, amato e protetto fino all'esagerazione. Un istinto possessivo ed esclusivo, lo scelsi come mezzo di comunicazione nei miei rapporti con l'esterno. Poi la rete mi presentò anni fa un suo derivato e cambiò ogni cosa per molto tempo. E' stato L'IPERTESTO a spingermi sulla strada di una scrittura diversa, più ampia. Potevo cambiare ogni cosa! Caratteri, corsivo o grassetto, dimensioni, colori, giustificazione a dx o sn, dimensioni...e poi sfondi immagini, musica. Un universo tutto da sondare. L'ho usato a piene mani, ho creato una quantità di blog e in ognuno di e...

IL CAPITARE DEI GESTI -

Ho sempre un giorno prossimo davanti, sarà uno di quelli da leoni, me lo ha detto una stella ieri sera ed io le ho creduto. Il capitare dei gesti non è cosa da poco, accade poi che poi diventi il tuo gesto, diventi la traccia che non conosci, il passo che non vedi e che lasci quando ripeti l’ora che ti riporta a casa e chiudi la porta su quel che non sai.

CHI MI HA LASCIATO

Il mio blog è per tutti, nel senso che è aperto a chiunque voglia leggerlo ma in realtà non è a volte neanche mio ma di un altro Enzo che scrive per ricordarsi di esistere mentre bussano alla sua porta raccontandogli cose che con la sua esistenza non c’entrano nulla. C’è una dimensione a parte ormai tra quello che scrivo e quello che si intravede dietro la scrittura….Molti discorsi sono veramente fuori tema ma forse non è colpa di nessuno.  E’ estremamente difficile comunicare in modo consono la propria dimensione intellettuale esattamente così come si forma dentro una persona e lo è altrettanto percepirla e “discuterla” laddove tale discussione abbia un senso che vada al di là di un affermazione di esistenza. Niente di ciò attiene al blog normalmente inteso, si avvicina semmai ad un’esperienza da diario cartaceo o addirittura da libro; nessuna di esse vuole sostituirsi nel mio caso a questo blog, qui ed ora. Ho subito un lutto gravissimo e profondo ma chi mi ha lasciato possedeva ...

IL RAGAZZO -

Più tardi mi innamorerò di un’altra donna fingendo di non riconoscerla poiché è sempre la stessa: le dirò” Sono qui, dai un senso alle cose che vedo, fa uscire la musica dai miei simulacri incantati ad immaginarti. Amami per nulla, per tutto, adesso così senza rendez vous, amami perché hai capito… o fingi, con un sorriso, che io sia ancora il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi chiari che avresti potuto amare”

L'UNIVERSO DENTRO -

La scrittura preveda certo meditazione ma sia anche la porta aperta per una comunicazione dinamica senza la quale tutto appassisce e muore, Devo purtroppo dire che una buona parte di blog non riescono ad andare oltre la descrizione mediocre del fatto quotidiano, uguale a migliaia di altri e condizionato da una lettura che non può essere che dello stesso livello; mi dispiace, dentro anche il più piccolo fatto c'è un universo, a quello noi dovremmo tendere e a quello dovremmo regalare il nostro istinto vitale.

IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE -

Il sole, tiepido quanto basta, mi scalda il viso: ho voglia di caffè e placida tenerezza. E’ bellissimo muoversi mollemente con gesti risaputi e familiari: una solare intimità dei luoghi che si riflette dentro il mio spirito. Galleggio con naturalezza…per il principio d’Archimede evidentemente possiedo un peso specifico inferiore ai pensieri nei quali sono immerso. Lo stare bene assoluto.

CIAO DOMENICA

Ciao domenica, perchè ti nascondi sempre dietro il sabato? Quando la finirai di prendermi in giro? Ci penso a volte che è tutto inutile e lo faccio ugualmente. Ci credo, sono talmente stupido da crederci nonostante tutto, così m’imbarco in questo rimasuglio di settimana, lo infarcisco di molte cose, una meglio dell’altra, sono appeso ad una musica che ho ascoltato da qualche parte. Dove non so, ma suona eh, suona in modo meraviglioso, diventa il mio pifferaio magico. Dovrei scrivere un post enorme altrimenti dove la metto la mia vita? Ho capito, ho capito, lascio un po’ di cose in giro, rimasugli di me, frammenti che spiegano e poi ti lasciano a mezzo, non dovrebbe essere così ma così è. Non sono più da nessuna parte; questa domenica che domani mi lascerà innamorato deluso si ripresenterà prima o poi. – Non mi dai un bacio? – Ti amo – Io no – Non importa, non importa mai. Accidenti, perchè non importa mai? – Mi hai. Mi hai avuta. Non mi avrai mai più. Nessuno mi avrà mai più – E’ la co...

Norma Jean

ALLA FINESTRA

Gentile signora, affacciato qui alla finestra dei giochi di vita non mi sento troppo a mio agio: eppure è una posizione privilegiata.  L’ho scelta, o dovrei dire trovata, varie volte in questi ultimi trentanni, mi ha fatto un gran comodo lo ammetto: osservare e non essere contagiato dal brulichio delle posizioni e degli errori ad esse conseguenti, pensare di poter evitare sciocchezze che da qui sembrano palesi incidenti di percorso e da lì in basso invece appaiono come luminose alternative esistenziali. Credo che il germe dello snobismo culturale sia proprio in questa idea e che l’arroganza che da essa fisiologicamente ne discenda, oltre un certo punto, non sia più contrastabile. Eppure come vede non ho trovato ancora il coraggio di allontanarmi da questo punto di osservazione.  Anni fa trovai una prospettiva nuova e da questa finestra molte azioni, sia le umane in senso stretto che quelle più propriamente culturali, emergendo dalla nebbia confusa delle contraddizioni sociali ...

FUGGIRE -

Sta diventando un’abitudine fuggire, prima era soltanto un brutto vizio, un modo subdolo di affrontare il rapporto con la cultura in senso lato. Non potendo, in mancanza di strumenti adeguati, impiantare un qualsivoglia tentativo di approccio culturale, ci si affida alla “scomprensione”, neologismo cacofonico e esteticamente laido. All’interno di questa attitudine mentale, vecchia quanto il mondo, si può tranquillamente giocare alla vestizione di non sense ridicoli e mediocri: nemmeno un sentimento vero o un’emozione sincera si possono salvare a lungo da questo gioco al massacro.

IL SENTIERO SEGRETO -

C’è un sentiero segreto che porta ad un’altura, una specie di poggio elevato e solitario: arrivato là mi fermo a guardare e mi commuovo, sì questa è la sensazione evidente. Tutto quello spazio immenso davanti a me mi fa sentire piccolo ma ricco. Per quei cieli passano sereni i volti e i cuori di quello che ho amato di più nella mia vita. Sono tutti lì, non se ne sono mai andati, mi rappresentano ed io con loro sono ancora vivo. Non ho più la forza di correre incontro a loro, sarà il pudore, un certo innato scetticismo che lotta ogni giorno con il senso romantico e idealista della mia vita, ma preferisco osservarli da qui. Mi sembra di sciuparli di meno i miei sogni, di coglierne il profumo vero, quello che nessuno potrà mai descrivere o inficiare.

Ho voglia d’essere una vela gialla per quel paese verso cui navighiamo.- Sergéj Aleksándrovič Esénin