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LIGHEA

Imparai da bambino a centellinare
la magia che una ragazza
sparge attorno a sé.
Scivolare tra le pieghe di un suo
sguardo,
assaporare poi, nel ricordo
di un’ora dopo, la trasparenza di una
mano,
il particolare timbro di un
silenzio,
gli altri mondi soltanto accennati
in un volgere del
capo.
Ti osservo ancora a quel modo
e tu giochi a far finta di non
saperlo.
Imparai da ragazzo a rincorrere la
diaspora di pensieri che una donna
porta con sé.
Ed è così che non ho mai scordato
il primo stupore
di te.
Un po’ di quella magia ancora
s’insinua tra noi come
una carezza di seta al termine
di questo giorno.
In qualche luogo della Sicilia
orientale al termine di questa
estate.

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