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Ho smesso di scrivere in rete, tutti i blog aperti e visibili hanno un filtro strettissimo oppure sono "dedicati" a pochissime persone: non è questo il modo di fare blog, lo so, lo sai. Quando accade di buttar giù qualcosa di nuovo è sempre a a causa di un evento eccezionale, di un interlocutore particolare.. in quel caso invece di scrivere un post personale mio scrivo un commento o una risposta. Tutto resta per fortuna confinato in un grande riserbo senza strilli, polemiche sciocche, sottintesi pruriginosi e minchiate di questo tipo. Tutto somiglia di più ad un libro e al cartaceo da cui naturalmente sono nato. I linguaggi corporei sono diversi vivaddio, i flussi ormonali anche, le dinamiche mentali a volte viaggiano a distanze stellari, tuttavia l'universo ci comprende tutti, la distanza in questa logica non conta e se non ci fosse non ci sarebbe vita. Dobbiamo considerarlo sempre e per sempre: è una sfida, una guerra, una ricerca inutile, una battaglia persa? E' una curva affascinante la cui risposta non avremo mai. Ma possiamo scriverne uomini e donne e questo è veramente il segreto. Quando dopo altre vite sono tornato al campo lungo e ho lasciato da parte lo zoom ho visto un’altra immagine: ho visto che l’amore comunque mi sorrideva bellissimo e ingiusto nella sua dimensione aliena al tempo e alle mode. In campo lungo l’amore non finisce mai, è come se ci fosse sempre stato ed io nuoto dentro il mare in cui mi tuffai tanto tempo fa cosciente che vi annegherò, consapevole, dentro. La nostra vita inciampa quando ne incontra un'altra pregnante all'improvviso. E te ne rendi conto subito. La caduta è un abbandono magico all'inizio, può diventare una frattura insanabile dopo. In ogni caso non la potrai dimenticare. Il caso dirige il tutto ma esistono anche margini di intervento personali: puoi usarli o farti trasportare dagli eventi ma non esiste modo di conoscerne l'epilogo ( per fortuna). Il filo rosso di cui parliamo esiste, non tutti lo afferrano... Molti lo temono... Altri preferiscono viverci ai margini. Ma il filo se lo prendi dà sempre un senso vero all'esistenza. Non c'è un do ut des in questi casi, c'è solo un'esaltazione, un rammarico, un feroce ricordo, un segno indelebile con il quale fare i conti, l'anima che fugge ti strappa comunque una parte di te... Non potrebbe essere altrimenti ma siamo veramente disposti a farne a meno a priori? Questa è la mia esperienza e ad essa debbo ciò che sono. Io non ho voluto niente, ho seguito il mio istinto, la mia natura che mi ha condotto a te. Spero solo che la scrittura almeno con te mi salvi dal caos in cui rischio di precipitare. E certamente sono molto più fragile di ieri, prima avevo ancora un minimo di buona fiducia nel tempo semplicemente perchè c'era ancora tempo! Ora non più, ora sono in una gabbia stretta, restarci dentro per sopravvivere stancamente oppure rompere le sbarre e andare a morire altrove. La solitudine resterebbe la stessa. Perchè non esiste una connessione diretta e immediata tra la mia testa e la mia mano che scrive, qualcosa su cui tu poggiandoci sopra il viso possa sentire tutto, proprio tutto. Ti invio una musica, la canzone che sto ascoltando ora, il sentimento di adesso. Domani è troppo oltre, domani non esiste più da anni.

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Vincenzo

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