Vorrei dirvi cari blogger che siete/siamo così, che usiamo internet, che leggiamo la stampa e guardiamo la tv con le sue immagini di guerra e distruzione in Ucraina perché una mattina del 6 giugno del 1944 10.300 giovani ragazzi americani e canadesi si fecero massacrare dalle mitragliatrici tedesche sulle spiagge della Normandia. Le truppe dei compagni russi da est e per via terrestre completarono l’opera verso il nido di vipere chiuso in un bunker a Berlino. Non trovate strano che forze così diverse ideologicamente tra loro si unissero verso un nemico comune? Infatti subito dopo aver chiuso la faccenda cominciarono a farsi la guerra tra loro, una guerra “fredda” come un quarto di pollo in gelatina ma molto pesante da digerire. Credetemi siamo una specie vivente venuta male. Adesso magari state pensando di aver di fronte il solito destrorso cretino al servizio di un americanismo radicale: non è affatto vero ma senza l’intervento giapponese a Pearl Harbour nel 41 oggi saremmo il risultato di una Pax tedesca di matrice nazista…e molti di noi non ne avremmo neanche coscienza. Una Europa coperta dall’aquila del Reich e la nostra inutile italietta a scimmiottare Berlino, cosa del resto che ci è sempre piaciuta molto. Ora jeans e rock and roll, nell’altra versione birra e croci uncinate con circa 6 milioni di ebrei sterminati da dimenticare.
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte." Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...
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