Basta infilarsi in un bar di Bergamo, Varese, Cuneo, Treviso…. prendersi un caffè e porgere orecchio: ci sono 2, 3 forse 4 Italie ed una è l’unica che conta e ne ha piene le balle delle altre! Questo è un fatto. Inequivocabile. Con un’ideologia precisa costruita ad hoc, propugnata in Parlamento e, soprattutto, nelle strade e nelle piazze sopra un certo parallelo; non è una questione politica in senso stretto, è un umore diffuso e, pare, incoercibile. Di questo si DEVE tener conto altrimenti ci arrampichiamo sui vetri che è poi quello che abbiamo fatto per 150 anni.
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte." Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...

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