Da molto tempo sto vivendo “l’idiozia della rete” in certi contatti e in certi commenti, la sento fatua e sciocca mentre mi fruscia accanto aspettando di contagiarmi e uccidermi a modo suo. Non sarà così! Morirò altrove con le parole scritte addosso e su un foglio di carta stampata: il senso vero e il cuore con l’emozione che si porta dentro sono già nell’aria, queste stanze sono un albergo provvisorio. La casa vera è dentro il nostro riconoscersi.
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte." Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica a...

Commenti
Posta un commento
L'autore del blog è andato via per sempre.