Non gridavano “morte agli ebrei”. Firmavano decreti. Non imbracciavano fucili. Compilavano elenchi. Erano medici, giudici, maestri. Gente normale, gente educata. Gente colpevole. Nessun filtro. Nessuna pietà. Come i peggiori crimini contro gli ebrei sono stati firmati da chi sembrava innocuo. Ben pettinati. Ben truccati. Beneducati. Il volto del male, a volte, indossa un doppiopetto. Non urla, non impreca, non spara. Ma firma. Firma decreti, protocolli, ordinanze. Chiude scuole. Espelle bambini. Compila liste. E nel frattempo ti guarda negli occhi, e ti dice: “È per il bene comune.” Il genocidio comincia sempre con un tono pacato Le grandi persecuzioni non iniziano con le camere a gas. Iniziano con il vicino che ti sorride mentre denuncia tuo padre. Con la segretaria dell’ufficio comunale che ti cancella dai registri scolastici. Con il preside che ti consegna la pagella e ti dice: “Non puoi più tornare”. È così che è cominciato. È così che hanno fatto fuori gli ebrei. Con garbo. 1492...
Che io ci sia, risponda, non mi fa più vivo, mi fa solo più social: esisto ancora seppure in modo diverso e quando non ci sarò più se la scrittura è ancora fruibile qualcosa di me sarà restato. Con o senza interloquio la mia esistenza avrà un senso nonostante tutto. Io ci credo fermamente, è il motivo per cui al tramonto della mia vita sto lasciando visibili tutti i miei testi su TUTTI i miei blog: questa risposta vale per chiunque passi da qui e legga. Se in questi anni a seguito dei miei post ci fosse stato un vero interloquio, commenti che mi avessero dato l’opportunità di sviluppare un discorso più ampio centrato sullo scritto allora sarei rimasto, avrei avuto uno stimolo in più. Ma così il discorso è da ritenersi chiuso. La scrittura resta, i mei sogni restano, la mia vita non muta per i desideri superficiali di altri, Enzo è vivo nel suo intelletto e nelle cose che scrive. Che sia letto, accettato, conta meno. Lasciare una traccia di me era importante. L’unicità è un grande preg...