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UN COMPITO INFINITO

La maggioranza dei blogger è di sesso femminile ed io senza possibilità di dubbio le prediligo: lo riconosco è una mia debolezza fastidiosa ma le blogger mi intrigano e non le capisco quasi mai. Se ci rifletto appare evidente che la colpa di quasi tutti i problemi su questo blog hanno origine in questa mia predilizione.
Devo confessare che fu una donna, mia madre, a spingermi a scrivere fin da ragazzino... mi guardava di sottecchi e sorrideva, credo che di nascosto leggesse poi quel che scrivevo ma non ne parlava mai, almeno non direttamente. Attorno ai 14 anni mi disse che il potere di immaginazione che mettevo nello scrivere mi avrebbe rovinato (disse così) ma che non c'era nulla da fare, l'unica cosa era farlo diventare almeno un buon italiano, la poesia della vita avrebbe fatto il resto. A volte leggendo certi blog in rete l'immaginazione si sposa ai ricordi di ambienti dimenticati, non li frequento più dai tempi lontani delle mie prime fregole adolescenziali quando amavo eccitarmi coi sussurri e le risa trattenute delle amiche di mia madre. Non c'è una moda per un gineceo, il senso della donna è eterno, certe dinamiche mentali pure; in un certo modo un uomo è sempre al seguito e la sua prevaricazione ostinata nasconde una sconfitta. Non so perchè ma vorrei parlare d'amore, è il solo momento in cui possiamo incontrarci. Fuori da questa particolarissima condizione una donna è un animale a sangue freddo, lucida e attenta come un legale di vecchia esperienza; se non riesce a programmarti e non crede più alla possibilità di progettarti ex novo cessa di amarti. Ma non sono più completamente sicuro nemmeno di questo, credo che ci sia una strada alternativa, nascosta nel puzzle delle relazioni umane, una via che comprenda nel suo divenire la summa del desiderio femminile: essere compresa, presa e sorpresa. Un compito infinito.

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