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Visualizzazione dei post da 2020

IL SILENZIO DOPO IL CHIASSO -

Sciamano le parole a milioni, stamattina come ogni altro giorno, dalla radio, dalla tv, dai giornali e, perchè no, anche dai blog. Milioni di parole che tumultuano e sbattono le une contro le altre creando un caos che ha la precisa funzione di preparare il terreno a chi imporrà un duro silenzio, dopo aver usato il chiasso.

STO ALTROVE -

Non sono sparito, sto altrove: a due passi da qui dentro gli universi paralleli a questo mio. Leggo, certe volte mi fermo interessato altre passo avanti infastidito. E mi domando cosa accade quando qualcuno arriva qui da me.

TRAPASSATI -

Io leggo il prodotto di queste nuovissime generazioni in rete…è mediocre. La soluzione è essere giovani, giovane Blogger e usare solo la tua testa pulita, scrivere di quella, confrontarsi alla velocità dei bytes e non chiudersi, non chiedere aiuti pelosi ai vecchi marpioni (come me), ma aprire gli occhi ad un pianeta in cui abiterete voi soli perchè noi per fortuna saremo già trapassati.

CITAZIONI

Signora, prendo a prestito la sua citazione di Sciascia, ricordare e trattenere serve innanzitutto a me. Se non lascio svanire certe mie stagioni, certe emozioni e certi volti riesco a salvare anche la mia identità. La metamorfosi che aleggia su ciascuno di noi è un incubo sottile, chi mi conosce ora crede di sapere abbastanza di me, chi legge ciò che scrivo amplia l’orizzonte ma lo “scrittore” si rivede, analizza, rivive, in parte si acquieta. Credo che il significato, da molti osteggiato, della frase – scrivo per me stesso- sia proprio questo: dico di me quindi continuo ad esistere. Resta il problema degli interlocutori, possono essere un patrimonio o una perdita continua, una crescita inaspettata a volte oppure la mannaia definitiva. Quanto al resto io non so scrivere diversamente, è un mio limite, anche gli argomenti non prettamente personali sono filtrati dalla mia persona…Forse sono un autobiografia continua. Stucchevole?

FRAGILI -

Tutti quelli che hanno un minimo di testa, che hanno amato davvero e quindi sofferto, tutti quelli che sanno mettere nero su bianco parte della loro vita intellettuale ed emotiva sono fragili, nessuno escluso. Non nego che la mia esitazione nello scrivere in privato è anch’essa legata alla mia fragilità e alla pletora di batoste prese sul web a causa dei miei blog. Siamo fragili ma questa è la conditio sine qua non affinchè io scriva: se fossi l’uomo scioccamente definito e sicuro, quello senza dubbi e dispensatore di certezze non avrei mai scritto un rigo, soprattutto in rete.

NOSTRI E NIENT'ALTRO -

Io credo che siamo solo nostri, che ciò che condividiamo con un sorriso di piacere resti nostro per sempre. Ci credo fermamente e se racchiudo in un solo fardello questi anni di scritture non c’è niente di cui riesca a vergognarmi, nessuna parola che non vorrei aver detto. Scrivo per capire e sono un egoista, ogni tanto incontro uno scoglio più ruvido di me, altre volte una baia piena di vento e me la giro tutta.

LIQUIDA

Piove ininterrottamente da ieri. Col viso poggiato sui vetri della finestra disegno fiati e gocciole che pian piano scivolano giù. Non ho stagioni preferite in assoluto, piuttosto mi piace il loro alternarsi, il loro correre e trascorrere le une nelle altre. Come la mia vita e le vostre che sento frusciare dietro i separè degli indirizzi informatici. No, non è tristezza, sono solo acquattato sul battito del mio cuore. Più tardi mi innamorerò di un’altra donna fingendo di non riconoscerla poiché è sempre la stessa. Le dirò: " Sono qui, dai un senso alle cose che vedo, fa uscire la musica dai miei simulacri incantati ad immaginarti. Amami per nulla, per tutto, adesso così senza rendez vous, amami perché hai capito…o fingi con un sorriso che io sia ancora il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi chiari che avresti potuto amare". Attendo una risposta da una vita ma mi giungono solo frasi a metà, difficili da interpretare, più adatte a un malinconico ripiego che ad una scintillant...

LA RISPOSTA GIUSTA -

Parlo sempre e solo d’amore: non sarò certo io a dire la parola definitiva, a spiegarmi e trasmettervi finalmente il segreto bilancio di questo sentimento. Non sarò io e mi dispiace, in fondo penso di averla intravista un paio di volte la risposta giusta…troppo poco e troppo in fretta. Che mi manchi da morire è palese, altrettanto chiaro che non sarà in questa vita che potrò stringerle i fianchi.

LA PACE INUTILE -

Placarmi oggi mi lascia stanco e svuotato. Mi fa essere un sasso lasciato cadere dentro l’acqua ferma di uno stagno: un peso che trascina con sè, sul fondo, tutte le grida e gli insulti, le inimicizie e le delusioni. Oggi questa pace mi annulla e mi delude, oggi raccoglie i miei anni precedenti e li porta davanti al tribunale della vita e lì la sentenza è già scritta. Placarmi o no mi lascia inutile.

NON PIACERSI PIU' -

Queste pagine sono il mio specchio, riflettono un uomo che non si piace più a sufficienza ma non può rinnegare se stesso. Il blog è una parte di me che non riesco più a far crescere come vorrei e che non mi aiuta più nell’interloquire con quelli di voi che stimo di più. Il blog vi dice alcune cose, importanti non lo nego, ma non le dice tutte. Sono un vecchio borghese meridionale aristocratico e demodè quanto basta per restare così: sospeso.

CONFESSIONE -

Perché dovrei mentire? Son stato così fin da bambino, probabilmente mi ha sempre affascinato il "femminino" più di una donna in particolare. Ci sono stati 2 soli amori veri, profondi e vissuti nella mia vita; nessuno risolto o finito, entrambi distruttivi per il corpo e per la mente, per la seconda specialmente. La mia educazione sentimentale prevede un coito e un orgasmo continuo come unico rimedio ad una morte inutile e banale. Voi mi piacete e sento dentro di me il ricordo dell'utero che mi condotto su questa terra, per questo lo rispetto e lo inseguo da sempre, a modo mio ovviamente e, adesso, in modo più chiaramente mentale. Ciò non vuol dire che nego il corpo, significa solamente che dalle mie membra pretendo quanto dalla mia testa, cioè troppo. Mi turba vedere come il sorridere, l'entrare in contatto sul serio e psicologicamente in modo virile con l'altra metà del cielo, produca tanto scalpore. Io non potrei vivere senza l'idea di un'altra prospetti...

UN SEGNO

Non è vero che si scrive sempre per qualcuno, per gli altri. Si scrive anche per se stessi, per andare in profondità a cercare la parte più vera, quella fragile, quella difettosa, quella che fa paura. Si scrive per restare in equilibrio sulle righe dei pensieri, per trovare un centro, per cercare risposte, per vedere le contraddizioni. Per ritrovarsi interi dopo un percorso che non finisce mai alla fine del foglio, ma continua tutto nella testa, negli occhi e si adagia sul cuore. Si scrive su carta, in rete, si scrive di giorno e di notte, si scrive in silenzio o nel chiasso più tremendo. Scrivere è un incantesimo, lo è sempre stato. DALLA RETE, O QUASI

ESATTAMENTE COSI' -

Non posso scrivere diversamente da come scrivo, sono così; l’amore e la passione di cui parlo non sono forse anche vostri? Perchè vi destabilizza pensarlo? Per secoli l’uomo ha parlato d’amore e scritto d’amore e imprecato contro l’amore e i suoi poeti. Ma l’amore anche quello immaginato sussurrato fotografato descritto e bloggato è un sentiero difficile e pericoloso da percorrere. Perchè l’amore, fuori da noi, è sempre discutibile e osceno nasce come una magia intatta e subito dopo, a contatto col mondo, si ossida in una maschera volgare. Alcuni mi hanno invitato ad essere più tollerante tout court e a provarci ancora; io dico ricominciamo in un altro post, ho ancora alcune confessioni strabilianti da fare e sono un uomo che nasconde la sua tenerezza per non farsi troppo male.

Leggero volò via

GIORNI TERRIBILI -

Ho detto addio a molte cose negli ultimi 20 anni: scioccamente sono rimasto in attesa di un nuovo che le sostituisse. Vestito a festa, lustrato da capo a piedi, fidando nel mio intuito e nella buona volontà comune. Sto dando l’addio ad altre cose ancora, il sogno interiore dal quale erano nate lo conservo dentro di me come lo stampo intellettuale che comunque ho vissuto. Ma l’addio rimane, inequivocabile. Sono giorni terribili, passeranno dopo aver schiantato un certo numero di vite; chi resterà potrà dimenticare (è sempre un buon sistema) o imbastire un’illusione più articolata e duratura. Scrivere su un blog ha le sue stagioni come la vita. Vi sono momenti che nascono e crescono in modo estraneo a quello che mostri di te in pubblico: sono vite diverse e parallele, righe che non hai scritto perchè non sapevi, non immaginavi, non riflettevi. Però sono lì davanti a te e ti osservano, forse ridono di te e attendono il tuo ennesimo tracollo.

POSTMODERNO

Un po’ vi odio, soprattutto quando andate molto vicino alla verità: un po’ vi vedo quando scuotete la testa o dite ci è o ci fa? Però dovete capire che questo blog è già quasi interamente scritto e c’è un motivo, anzi forse più di uno. Io sono fuori per adesso, ma ho trascorso la mia vita dentro e fuori due o più dimensioni parallele: non sono riuscito a far coincidere il Dott. R....medico dentista, divorziato da circa 20 anni, libero professionista in Catania con gli altri me. Per esempio con Vincenzo pelo rosso del movimento studentesco di Milano del 1970, con Enzo occhi chiari di Tiziana, con lo stesso di Ornella , con Enzomio di Giusy davanti al mare di Trapani, con Vicè di Radio Elle Palermo 100, 1 mGhz di frequenza stereofonica notturno sopra la città del 1978. Non ci sono riuscito nemmeno con gli altri belli esemplari di omo minchionis postmoderno come Enzo facciamo l’amore subito qui dietro villa Bellini del 1980 dentro questa cinquecento e il tenente d’artiglieria a Modena de...

CONFINI DA STABILIRE -

Da molto tempo soffro di confusione e indecisione sul confine da dare ai miei territori, apparentemente è un segno di senilità e di morte: pur senza essere così drastico preferisco chiamarlo un segno di riflessione e un richiamo alla pace dell’animo. Ma di questo mondo e di questa rete, di queste dinamiche e dei secondi fini che esse sottendono sono francamente stufo: se ridurre i territori significa guardare e parlare di ciò che si conosce bene allora io ho ridotto i territori

PASSIONI -

Ho sempre avuto un'infinita passione per la dolcezza nascosta dentro ognuno di noi, un anelito verso la luce: la cultura non dovrebbe essere altro che l'opera continua per farle prevalere sul niente grigio che ci circonda.

AL CENTRO -

La letteratura e l’arte europea, in alcuni snodi fondamentali, sono state siciliane. Il metafisico poi e la particolare fusione di umori generati da una posizione e una storia al centro di un mare come il Mediterraneo sono solo un plusvalore che ciascuno può gestire come vuole; la poesia e l’assoluto che ne discendono non sono certo programmabili, sono, punto e basta.

OSSI DI SEPPIA

Non sopporto i consuntivi: esaminare come e quanto io mi sono consumato non mi piace, però i consuntivi occhieggiano ugualmente ai lati della mia strada, sono io che faccio finta di non vederli. Così invece di prendere atto di una questione palese, la fine della mia avventura nel web, vado a spulciare i percorsi altrui e mi faccio convinto ogni giorno di più che bisogna lasciare in rete un blog come questo che state leggendo o quest'altro non per i miei testi bensì per quelli altrui, per i nomi segnati in questi anni di scambi, per le persone che mi hanno commentato e che io ho commentato, per la vita che ci ha attraversato tutti.  Vi sono alcuni luoghi che mi affascinano e in genere rappresentano ciò che non c'è più o è andato altrove...lascio perdere i blogger che la morte ha preso con sè! Deve esserci qualcosa di remoto che io non so spiegare a parole in questa parte di vita trascorsa a scrivere sui blog, qualcosa che nasce dalle scritture ma raggiunge spiagge sconosciute, ...

CONSUNTIVI -

Non sopporto i consuntivi: esaminare come e quanto io mi sono consumato non mi piace, però i consuntivi occhieggiano ugualmente ai lati della mia strada, sono io che faccio finta di non vederli. Verrà un tempo diverso e i social così come li abbiamo conosciuti spariranno per sempre, non ho idea di quello che li sostituirà, non so nemmeno se essi resteranno come totem di un'epoca interlocutoria speciale. So perfettamente che l'idea che ci ha mosso, i desideri e le fantasie che nutrivamo da qualche parte hanno trovato rifugio, può darsi che un giorno ci sentiremo chiamare e capiremo.

UN MODO -

Il mio modo di scrivere è terribile nei rapporti virtuali, io so, credo di sapere, qual è il click che innesca certi drammi: scrivo sempre del vero! Sono veri i personaggi e i luoghi, i particolari, le cadute e i sogni, le parole. Scrivo di me perché di altro non so scrivere e dandomi in pasto a chi legge spesso vengo gratificato con gesti indegni, da invidie e questioni che non c’entrano assolutamente nulla con la mia persona e la mia misura. Non mi fido più e non sono in grado di mutare la percezione che hanno di me all’esterno. Tutto questo incredibilmente risulta slegato dalla mia sintassi, dalla mia terminologia, dalla mia cultura dal mio passato…dal mio tutto. In rete io mi sono rivelato più che fragile, direi nudo e il fango l’ignoranza e la maleducazione si sono ampiamente divertite con me.

EPILOGHI STRAORDINARI -

Qui o altrove trascino sempre la mia insoddisfazione: non amo la rabbia ma faccio rabbia. Talvolta mi stanco ma non mi sono mai arreso, nemmeno alla sorpresa di ciò che provoco. Ho attraversato molti mari, reali o presunti: bagni indimenticabili e traversate tempestose; non l’ho deciso io, ho solo fatto da testimone ad epiloghi straordinari, cocci di esplosioni più o meno previste, qualche residuo è rimasto a galleggiare qua e là.

SCENDERE A PATTI -

Poi scrissi scendendo a patti con tutte le illusioni…   Fosse per me sarei ancora con fogli di carta e una penna in mano: nessuna tastiera e nessuno schermo se non il riflesso dei miei occhiali. Starei ancora in attesa di un’idea masticando pensieri un rigo dopo l’altro, con pigrizia, immaginando la vita come non è quasi mai e guardandola con lieta cupidigia quando ti passa accanto e ti lascia attonito davanti a tanta bellezza.

LA LUNA SUL MARE -

L’amore prende e dà, più lo misuriamo e più ci sfugge, inserito nelle roboanti categorie della nostra tremebonda mediocrità ride di noi, ci sfiora, a volte si presenta dopo una svolta e ci fa sbandare con cinica abilità. Così ho fatto trascorrere una parte della sera ed ho aspettato la luna per sorprenderla mentre trescava col mare. Ed ero solo.

L'INTUIZIONE CONCETTUALE

È difficile per me spiegare a parole la sensazione che mi accompagna da tantissimi anni, è vero soffro di solitudine ma è altrettanto vero che fin dall’adolescenza c’è una parte della mia vita che io non posso che viver da solo. Intellettualmente nella sfera di certe emozioni e di certe riflessioni IO SONO SEMPRE STATO SOLO, ogni volta che ho tentato di uscire dal guscio mi sono sentito a disagio come se fossi forzato in una veste che non mi apparteneva. Anche qui nei blog il distacco tra la mia dimensione intima e l’espressione scritta che ne ho prodotto non mi ha mai del tutto soddisfatto: forse i continui aggiustamenti, gli abbandoni e i ritorni hanno la loro origine dentro la segreta consapevolezza della mia personale solitudine. Ad un certo punto della mia vita ho capito che era inutile produrre tentativi di condivisione, erano sterili e per certi versi controproducenti: ho aperto i blog per provare ad essere diverso e vero, per svelarmi senza finzioni. Non funziona! O almeno fun...

LO SPAZIO VUOTO-

Con tutto quello che ho lasciato negli anni in rete su spazi diversi fra loro potrei vivere di rendita per molto tempo. Perchè no? Copiare e incollare QUI il materiale mio di altri mondi e altri tempi: compiacermene stoltamente e facilmente, dare un ritocchino qua ed uno là, dirmi non male, non male finchè l’eco dei miei passi si perderebbe nello spazio vuoto della mia esistenza.

PUNTUALE LA SERA -

Quando arriva puntuale la sera io sfioro le superfici dei miei pensieri ad occhi chiusi per riconoscerli al tatto, per sentirli fluire, riconoscermi in essi e capire dove li ho traditi; non esiste palcoscenico adeguato a questo dietro le quinte, solo sussurri che giungono deformati dall’attesa e dal bisogno. Non vi serve, non mi aiuta, non fa scrivere.

Arriva il momento in cui raccogli le tue cose, le guardi, le accarezzi e poi con calma le infili nel tuo sacco e prendi la strada che porta al tuo ultimo rifugio che è intellettuale, culturale, solitario, lontano da diatribe e da convenevoli da salotto, senza tessera di partito, senza audience, senza nulla ma con tutta e per intera la mia dignità di uomo.

POESIA DI UNA RIGA

Poesia di una riga scorciatoia per un paradiso senza rate posizione certa del mio vivere incerto. Mi avvito senza fretta e sono già dentro il sogno il cuore dentro e gli occhi fuori a scrutare il fastidio e la mancanza le buone maniere e il mio definitivo commiato.

A SUD -

Sento che oggi davanti all’attacco continuo e perverso, nella sua totale ignoranza, verso una parte di questa penisola, dire senza fronzoli nè giri di parole che il Sud è parte fondamentale per il lavoro, la cultura e la società dell’Italia è diventato indispensabile. Che siano gli altri ad affannarsi in livorosi e sciocchi distinguo, che siano altri a studiare e capire dove risiede il fascino assoluto di questa terra; io lo so da sempre. Spero di continuare a raccontarlo qui.

IL MOVIMENTO -

Affermare e chiedere l’alternativa, l’autocritica, scelte diverse, democrazia e libertà di pensiero pian piano diventò nel 1970 solo un’affermazione “di merito” sciatta e senza vita. Insomma il fascismo di cui ci riempivamo la bocca nelle assemblee e nei cortei e la violenza che dicevamo di voler combattere noi l’applicammo in toto nel nostro modo di agire.

IL GRANDE INCANTAMENTO -

Le donne sono una magia che di volta in volta molti di noi sciupano accontentandosi di mediocri spettacoli di prestigio: in verità temiamo il grande incantamento e il senso di perdizione che esso porta con sé. Così stupriamo invece di amare, limitiamo invece di liberare, ci comportiamo da maschi e abbiamo solo femmine mentre dovremmo essere uomini e confrontarci con le donne.

SOFISMA E PAROLA -

Tra usare questo tipo di spazi ed abusarne il tratto è breve, stuprarli può essere alla fine la logica conseguenza. La parola di tutti noi è la nostra padrona: esiste un luogo in cui la parola influenza e modella le nostre sfere affettive e relazionali ed è questo. Non ha importanza per chi mi ascolta che io affermi la verità è più utile e in fondo soddisfacente che io lo convinca di esserne il latore, questo è l’antico assioma da sempre presente nelle pieghe della comunicazione. Sui blog o su un giornale, in un salotto o in aula parlamentare esercitiamo retorica ma senza sofismi e quindi senza cultura e questo è il motivo profondo delle nostre cadute dei nostri anonimati vergognosi e del nostro smarrimento diffuso. Abbiamo dimenticato l’arte di ascoltare, l’acuzie del particolare, quello che ci è restata è la paura di pensare. Non è possibile comunicare tramite il linguaggio ciò che è. Il linguaggio non ha nulla a che fare con la verità, non è possibile dire ad altri come realmente st...

GEMELLI-

Ho sempre vissuto male lo sdoppiamento mentale tra le mie due anime (e non mi venite a dire che si capisce che sono dei Gemelli): quella lirica, lontana dal mondo in cui sono nato, balcone privilegiato su quell’altra in cui, invece, mi agito e mi incazzo, fatta di uomini e donne, di azioni e di strade che passano sotto i balconi delle idee e se ne fregano di sporcarsi e mischiarsi pur di riuscire a diventare vita.

E poi sia quel che sia.

Se fosse stato un altro tempo e un altro ambiente…   Quando sentirò avvicinarsi l'istante dell'alchimia della scrittura,   SCIASCIA-

VERO -

Sono un uomo, vero, in carne e ossa, ho compreso che su queste pagine posso deporre solo una parte del mio spirito, non è cosa da poco! Il riflesso che già vedo fa parte dello stesso ambito mentale e so bene che non gli si può dare un corpo: l'attenzione è comunque di rigore perchè il rischio di trascendere è sempre presente.

DEMONI A ORTIGIA

APRIRSI   Quando esci dal portone sei una lama di colore rosso: ti guardo con la consapevolezza della prima volta; vorrei rallentare i tuoi movimenti però mi sei già davanti e io vorrei allontanarti un po’ da me per guardarti meglio a figura intera. Tu mi aliti un ciao a 2 millimetri dalle labbra…ti prendo le braccia e porto il tuo seno a un attimo dal perdersi contro il mio. Andiamo via da qui, lontano dai due gusci vuoti che siamo l’uno senza l’altro. Perché ridi ? Oggi parleremo in modo assolutamente consono a ciò che siamo. Hai paura ? No, ridi, sei un’onda di piacere puro, non c’è nessun’altra sensazione che possa inficiare il senso di questo giorno. Luce a picco fra le palme ad anfiteatro, luce ovunque e mare: una danza di azzurri e le tue gambe a dettare il ritmo delle onde. Ti ho mai detto che hai le caviglie più musicali che abbia mai visto ? Ti volti di scatto e mi butti in faccia i tuoi occhi. -Basta, Enzo, guardami bene, sono una vecchia signora – mi prendi la mano...

I poeti hanno mentito a lungo sulla luce dei tuoi occhi.

MEZZORA PRIMA

Credeva di averne di più.  A dir la verità non lo aveva mai considerato: il suo tempo nel tempo che viveva giorno dopo giorno. Pur avendolo riempito di un'infinità di cose inutili e lunghe, anche sacrificandolo ad una quantità di altri tempi diversi per fogge e prospettive, pensava di averne davanti ancora una misura praticamente infinita. Aprendo la porta dell'ascensore e premendo il tasto del piano quest'idea sottile cominciò a crescere dentro di lui: il tempo, il suo tempo a scadenza. Giunto al piano chiuse la porta del mezzo ad altre considerazioni scomode, aprì quelle dell'ufficio ed entrò. La decisione di prendere subito il caffè lo sorprese: era un gesto che stravolgeva le sue abitudini, non era nei programmi, non era nemmeno nella sua testa. Da dove veniva allora? La sua vita da moltissimo tempo aveva assunto a buon prezzo quel meccanismo autoregolante che serviva a non mettere niente in discussione: un'omeostasi esistenziale perfetta. E inutile. - Faccia un...

COVID 19 - una vita diversa

Niente sarà più come prima, questa epidemia non è solo un fatto clinico ma un tracollo sociale economico esistenziale di dimensioni planetarie. Si è fermato tutto e nel silenzio e nello spazio temporale improvvisamente dilatato, dovremmo trovare finalmente il tempo di mutare prospettive e dedicarci finalmente a ciò che veramente conta. Ho già detto che le pubblicazioni su questo blog sono tutte programmate, io voglio così, il grande silenzio che si è steso su noi tutti ci serva da lezione. Ne abbiamo bisogno.

18 E 44

Almeno due volte a settimana decido di chiudere. Non perchè non abbia argomenti ma perchè ne ho troppi. Avessi tempo leggerei almeno duecento blog al giorno e poi non avrei il tempo di commentare. La sensazione del tempo che scorre mi dà ogni giorno più fastidio, così per rabbia periodicamente mando tutto “definitivamente” a quel paese.  Oggi ho chiuso il blog alle 14 e 30. Chiuso, finito! Dovevo rileggermi la Storia dell’Italia moderna del Candeloro, almeno i volumi riguardanti l’epoca risorgimentale… perchè io quando lo schifo odierno supera il livello di guardia vado sempre a cercare la falla da dove è entrato. Così all’inizio del pomeriggio verso le 15 ho passato in rivista i dorsi posati in libreria e, golosamente, ho iniziato a sfogliare il III e poi il IV volume… ma c’era anche lì vicino “Il Risorgimento” di Gramsci. Di quanto tempo avrò bisogno mi chiedevo mentre Ferdinando II, Cavour, D’Azeglio, Re Vittorio e via via Mameli, Garibaldi, Mazzini, Cattaneo sciamavano fuori. C...

NUMERO CIVICO 28 -

Infilò la chiave nella toppa senza alcuna esitazione, aveva esitato abbastanza nelle ore precedenti. Il palazzo lo conosceva bene, anche troppo, non ci entrava da quasi un anno, cioè dalla morte di sua madre; ogni tanto uno sguardo alla facciata passandoci davanti con la macchina quasi fosse un gioco, sciocco o macabro non si era mai risolto a definirlo.  - Dottore deve farmi un inventario delle cose presenti nell’appartamento mi scusi, serve per avviare le pratiche di successione, lo sa. - Lo so  - Quindi se non le dispiace visto che le feste sono finite e anche la befana è trascorsa…  - Quale befana?  - L’epifania dottore, l’epifania  - Ah, la manifestazione intende, la rivelazione  - Come scusi?  Lo sapeva perfettamente, in certi momenti era assente, con i suoi pensieri ciondolanti in un altrove personale di cui non importava mai niente a nessuno. Nemmeno a sua madre? Beh forse a lei qualcosa importava ma lei sapeva prenderlo, almeno fino a qualche ...