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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

L'ABISSO

Ho esagerato, lo faccio spesso ma dentro quella vertigine che mi prende si nasconde l’abisso: da qualche giorno cammino costeggiando un luogo strano e pericoloso, credo di averlo sfiorato altre volte in questi ultimi anni ma adesso ho deciso di visitarlo con morbosa attenzione.  Mi fa paura ma mi intriga ancora di più. Sono certo che mi appartiene così come mi appartiene il senso di vuoto cosmico che aleggia sulla mia testa da sempre. In questo redde rationem ci sono molte componenti, il blog con le sue vite in vetrina non ha meno peso dei miei pensieri in solitudine. E’ una sinfonia di voci finalmente indistinta e paritaria. E’ il suono che per un attimo breve si è fatto possedere dalla mia mente dopo avermi attraversato per anni. E’ la mia fine ed il mio inizio ciclico. Siamo finiti tutti e facciamo finta di niente: alcuni di noi continuano a rassettare il proprio universo, io tra loro, a cullare con gli occhi il segno del proprio peso sull’esistenza. Ma è tempo perso perchè ci ...

BURQA

Parlare di islam oggi in rete senza il pericolo di uscire ad ogni momento dal seminato concettuale e non finire come sempre nell’infinito refrain del “noi siamo migliori di voi”, sta diventando difficile. Perché semplicemente guardare i fatti e i numeri è difficile da sostenere ed è invece molto più utile, comodo proficuo appoggiare certe chiamiamole posizioni nei confronti dell’islam.  Ho scritto varie volte in questi anni che l’islam è il medioevo istituzionalizzato e questo aggettivo fa una differenza profonda con la situazione in occidente. Da noi persistono vergognosamente e si ripetono fatti che vanno contro le leggi dello stato, fatti legati evidentemente a convenzioni sociali e mentali profonde che non hanno ancora fatto breccia in modo totale tra i cittadini; la legge sul delitto d’onore in fondo è stata abrogata da poco (1981) ma adesso quella legge non c’è più…è rimasto diffuso in certi ambienti il senso di proprietà nei confronti della donna è vero ma la legge cui app...

DUE PIU' DUE -

Sono combattuto tra il narcisismo intellettuale di continuare a propormi in rete e il timore che esso mi porti ad una condizione di presenzialismo che credo di non saper gestire. Le mie capacità di socializzazione sono scarse su questo non ho dubbi… E’ un dualismo che io personalmente non ho mai risolto. Sono nato sul cartaceo, ho mosso lì i primi passi, quindi sono passato sulla vera letteratura complice la fornita libreria di casa. Infine sono approdato sull’ipertesto con contatto immediato scrittore-lettore dei blog. Ho nostalgia del primo ambiente, questo mi affascina ma non mi ha mai convinto fino in fondo, credo sia una questione di anagrafe. Il salone grande vista mare c’è già ma lo abito solo io da molto tempo: esiste l’indicazione stradale e ci si può arrivare senza problemi ma non lo fa praticamente nessuno. Raramente qualcuno suona il campanello ma…non ci incontriamo. Purtroppo.

CIAO -

Ciao diario virtuale, da qualche giorno ho pubblicato i miei pensieri in altro modo: con l’intenzione, il desiderio ma senza segni scritti. Le strade sono tante, troppe, la pietanza giusta non si trova, che poi non c’è, non c’è mai, esiste solo la fame e tu diario lo sai.

SIPARI QUARANTANNI DOPO

Ho scritto molte poesie, alcune a distanza di anni sono restate tali altre sono morte in un abito che non competeva loro. Con tutto quello che ho lasciato negli anni in rete su spazi diversi fra loro potrei vivere di rendita per molto tempo. Perchè no? Copiare e incollare QUI il materiale mio di altri mondi e altri tempi: compiacermene stoltamente e facilmente, dare un ritocchino qua ed uno là, dirmi non male, non male finchè l’eco dei miei passi si perderebbe nello spazio vuoto della mia esistenza. SIPARI resta una poesia. Ha superato il MIO tempo ed è ritornata seriamente al suo posto. Sipari è mia, lei è svanita trentanni fa. Di mattina ti guardo anche se da tempo non sei più qui. Mi muovo fra le pieghe di quel che eravamo il viso serio, le labbra ferme, gli occhi abbassati. Devo essere uno spettacolo curioso per chi guarda libero dalla mia malattia e incomprensibile. Io attraverso le scene della nostra vita e c’è sempre qualcosa fuori posto metto gli oggetti del cuore in modo diver...

IN CORO

La stanchezza è il segno della mia permanenza qui, una condizione rinvigorita ogni volta che sfoglio le pagine virtuali dopo aver abbandonato per la stessa ragione quelle cartacee. Il web ribadisce la stessa uniformità di atteggiamenti culturali e mentali dei media ufficiali e il medesimo ostracismo per coloro che sono fuori da QUEL CORO in specie. C’è un silenzio (inconsapevole?) che aleggia sul ronzio diffuso di questa gran macchina che si è messa in moto da una ventina d’anni; internet docet, il nuovo libro sacro figlio della gran madre comunicazione imperversa sui nostri sensi. Il ronzio copre l’enorme massa di utenti, li ipnotizza e li seduce: infine su qualsiasi argomento diciamo tutti la medesima cosa . E’ la nostra felicità, il nostro rifugio e la nostra difesa dal cancro del dubbio. Nonostante l’immanenza di alcune problematiche e la loro continua presenza nel nostro orizzonte comunicativo e culturale io non leggo mai un’analisi seria sulle differenze culturali in divenire t...

TRAMONTI A OCCIDENTE

“ Tramonti ad occidente” è la mia vita. I giorni infiniti, il gelsomino di sera e il profumo del mare sotto l’acropoli. E’ l’eternità di quando ero un ragazzino e il sogno che ancora non si è spento. Tramonti ad occidente è l’unica cosa che ho scritto senza inquietudine, è il mio rifugio dell’anima. Il testo fu scritto molto tempo fa e fa riferimento ad un'emozione e un ricordo di quasi 40 anni addietro. L'ultima volta che vidi Selinunte così come è qui descritta. Tutto il post, ogni suo rigo, virgole comprese è dedicato ai miei genitori. A mio padre severissimo e austero ma capace di tenerezze improvvise: fu lui quella sera a invitarci a correre a piedi nudi sulle stoppie secche attorno ai templi. Ci disse - devi imparare a conoscere la tua terra dalla sua terra- A mia madre che nella foto appare quasi trasognata col vento nei capelli: capii allora quanto l'amasse mio padre mentre la guardava camminare mentre noi le sfuggivamo di mano. Loro dentro di me ci sono ancora. Tor...

PRIMA E DOPO -

I blog furono una scoperta e, giuro, li ho vissuti abbastanza bene per un certo tempo: poi è accaduto qualcosa che io non ho saputo gestire e sono stato travolto dall’immondizia. Ma io scrivo per liberarmi da un peso, scrivo perchè è un gesto naturale per me… se ci pensate anche voi fate lo stesso quando commentate e interloquite con me: liberate il bisogno di comunicare emozioni, cioè rappresentate lo spirito vero dei Blog.

A MARGINE.

A margine Sto qui sul confine tra lettura e comprensione privata. Non è detto che la visione dal margine sia meno profonda. Da dove viene la musica sottile che hai lasciato sull’uscio della tua scrittura? L’immagine , la stanza la tenda, la vita non sono lì per caso. Non traduci non traduco i margini son fatti per sfiorarsi, gli alfabeti sono andati altrove qui solo emozioni.