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Visualizzazione dei post da 2019

POESIA DI UNA RIGA

Poesia di una riga scorciatoia per un paradiso senza rate posizione certa del mio vivere incerto. Mi avvito senza fretta e sono già dentro il sogno il cuore dentro e gli occhi fuori a scrutare il fastidio e la mancanza le buone maniere  e il mio definitivo commiato .

NON SO PIU' SCRIVERE- Dedicato a mia madre

Il mio blog è per tutti, nel senso che è aperto a chiunque voglia leggerlo ma in realtà non è a volte neanche mio ma di un altro Enzo che scrive per ricordarsi di esistere mentre bussano alla sua porta raccontandogli cose che con la sua esistenza non c’entrano nulla. C’è una dimensione a parte ormai tra quello che scrivo e quello che si intravede dietro la scrittura….Molti discorsi sono veramente fuori tema ma forse non è colpa di nessuno. E’ estremamente difficile comunicare in modo consono la propria dimensione intellettuale esattamente così come si forma dentro una persona e lo è altrettanto percepirla e “discuterla” laddove tale discussione abbia un senso che vada al di là di un affermazione di esistenza. Niente di ciò attiene al blog normalmente inteso, si avvicina semmai ad un’esperienza da diario cartaceo o addirittura da libro; nessuna di esse vuole sostituirsi nel mio caso a questo blog, qui ed ora. Ho subito un lutto gravissimo e profondo ma chi mi ha lasciato possedeva con n...

E' TUTTO LI' -

Il blog scritto da me riflette perfettamente e in toto me stesso. Altrimenti scompare che è poi il giusto destino del virtuale in senso lato: l'ho detto tempo fa, il virtuale non ci sopravviverà, il cartaceo in qualche caso sì, della memoria siamo gli unici custodi personali ed essa va dove solo noi possiamo coglierne il vero frutto. Quello non potrà mai diventare un post. Vi voglio bene almeno quanto non vi sopporti: la storia della mia vita è tutta lì.

TI SCRIVO

Ho trascorso una vita a scrivere anche molto prima di incontrarti e tu non mi hai mai letto. Ci siamo avviluppati per un certo numero di anni in una relazione vissuta, gesticolata, agitata dai nostri umori, urlata a muso duro talvolta. Ma mai scritta Se ti avessi scritto e tu mi avessi letto avremmo capito prima e meglio, ci saremmo amati sul serio e non ci saremmo sfiniti nell’impotenza di non sapersi parlare. Quando mi fermo e il tempo è meno crudele con me oppure riesco a licenziarlo meglio, tu arrivi sempre e io mi chiedo da dove spunta questa necessità di te cui non vorrei dare significati tali da farti fuggire lontano in modo definitivo. C’è troppo sapore della tua pelle e dei tuoi capelli nella mia testa, troppo suono della tua voce e troppa inguaribile nostalgia dello sguardo che avevi quel pomeriggio lontano. C’è troppa letteratura vera per questo ho deciso di scriverti. Ora sei abbastanza lontana per leggermi senza il fastidio di dovermi poi dire, so per certo che mi leggerai...

LA CAUSA VERA

Vorrei dire “sembra incredibile” ma non posso perchè è credibilissimo. Sono in fase di sopravvivenza e l’ho affidata a questo spazio: no, non tutta ma in buona parte sì. Guardando fuori da qui verso il golfo aperto della mia città la cosa che mi viene più facile da pensare è un’estate infinita, stile vecchi tempi. Dilatata e sensuale ma lenta, lentissima, piena di me e della mia vita, dei miei segni e dei miei stupidi assiomi. E’ esattamente ciò che voglio, l’unica cosa che comprendo. Non è amore, è l’orgasmo che viene dopo e che nessuno vuole gestire perchè è meno romantico. Aspettare, è ciò che dovrei fare in questo periodo di presunte agonie e inevitabili condoglianze. Non so farlo, non nel modo tradizionale: io aspetto superando le mie emozioni per vederle da un’altra prospettiva. La causa vera di questo blog è questa, avrà un senso finchè ci sarà la spinta mia personale e dentro le voci che ho iniziato a frequentare in rete. Ho un istinto maledetto e analitico che mi porta via e ...

PAPA'

Mio padre c’è stato in modo imponente, nel bene e nel male era uno di quei vecchi siciliani che ti attraversano da parte a parte con lo sguardo, un uomo che ti imponeva delle scelte anche nel linguaggio e mi ha costretto a combattere per le mie scelte diverse dalle sue… la lontananza che spacciamo per reciproca conoscenza! Ci sono due post che da soli sarebbero esaustivi per il senso della mia vita e della mia scrittura. Uno è questo. Mio padre non lo avrebbe disdegnato perchè è breve e asciutto, avremmo poi litigato come sempre su tutto il resto, su questa sciocca esibizione del privato e sulla blogosfera in generale. Non ho più nessuno con cui litigare così. Ci sono sedie che restano vuote in modo definito e una parte di noi con esse.

SIPARI QUARANTANNI DOPO

Ho scritto molte poesie, alcune a distanza di anni sono restate tali altre sono morte in un abito che non competeva loro. Con tutto quello che ho lasciato negli anni in rete su spazi diversi fra loro potrei vivere di rendita per molto tempo. Perchè no? Copiare e incollare QUI il materiale mio di altri mondi e altri tempi: compiacermene stoltamente e facilmente, dare un ritocchino qua ed uno là, dirmi non male, non male finchè l’eco dei miei passi si perderebbe nello spazio vuoto della mia esistenza. SIPARI resta una poesia. Ha superato il MIO tempo ed è ritornata seriamente al suo posto. Sipari è mia, lei è svanita trentanni fa. Di mattina ti guardo anche se da tempo non sei più qui. Mi muovo fra le pieghe di quel che eravamo il viso serio, le labbra ferme, gli occhi abbassati. Devo essere uno spettacolo curioso per chi guarda libero dalla mia malattia e incomprensibile. Io attraverso le scene della nostra vita e c’è sempre qualcosa fuori posto metto gli oggetti del cuore in modo diver...

DIETRO LE QUINTE

Al di qua di questo blog c’è una stanza abbastanza grande che vive in un’apparente quieta penombra. I mobili hanno tutto il sapore e il colore che solo un certo tempo può regalare loro, gli oggetti posati su di essi raccontano la mia vita: spesso sono un racconto anche per me che credo di conoscerli bene. Al di qua di questo grande paravento informatico i bites svaniscono, perdono dignità, resta solo la scrittura; il nero su bianco scorre per me immutabile e vivo, mi prende quando sto per cedere all’accidia di vivere senza un senso, mi ama anche se io ho detto in giro di non amarlo più. Non riuscirò mai a trasmettervi il brivido dolce e fermo della mia prima lettura di Svevo, il sogno un po’perverso e liquido del primo Dannunzio, la pienezza ferma e riflessiva di alcune novelle pirandelliane…la mia Adriana Braggi che scopre l’eternità sulle soglie di una morte annunciata, il desiderio di vita che si accompagna alla fine del mio Pavese del 1967. Nella penombra la luce si dispone in modo...

Opera rock è una cosa seria! E Yvonne Elliman è una Maddalena incredibile

CARMEN

Poichè non sopporto le feste come quella delle donne, di S. Valentino, del Papà e della Mamma, di S. Ermete patrono della rete, siccome sono un insopportabile snob, il post sull’8 marzo lo scrivo a modo mio e quando dico io e lo dedico ad una donna lontanissima e immaginaria. Mi sto accingendo a scrivere il post più difficile della mia carriera perchè devo parlare in termini lusinghieri di una persona e di un argomento spinosissimi e devo contemporaneamente separare la mia misura e la mia idea da quelle di Carmela ovvero Carmen Carla Consoli di S. Giuvanni ‘a Punta provincia di Catania, classe 1974, di professione cantantessa. L’idea di Carmela è la stessa di tutti media che non siano chiaramente legati in un modo o nell’altro a Berlusconi e cioè che egli rappresenti il punto più alto di una non cultura che da anni sta soffocando l’Italia e la sua politica sociale e umana. L’assioma è il seguente: se non passi dal letto di qualcuno come donna non hai spazi, se invece “la dai” ti si a...

UNA LETTERA SPECIALE

A SE il Principe Tomasi di Lampedusa, presso “Il Gattopardo” Scrivo a te per primo perchè sei stato il primo e un inizio è sempre indelebile. Stavi sul secondo ripiano della libreria, un po’ nascosto, probabilmente invisibile per lo sfarzo e il “volume” degli altri vicini. Ricordo bene la copertina verde con le incisione dorate dei “canti” di D’Annunzio e le edizioni in carta patinata dei classici di Leopardi, Pirandello, Svevo… fu scorrendo le dita sui loro dorsi sporgenti che ti vidi la prima volta. Un amore non nasce mai per caso, ci vuole l’atmosfera di un giorno d’estate silenzioso e raccolto, la visita a casa del Barone Pottino la sera precedente e l’aver ascoltato, con finta indifferenza, i discorsi che fluivano tra un caffè e un gelato alla mandorla; serve il talamo su cui consumare un rapporto che preme alla porta della tua vita mentale. Ti ho letto che ero troppo giovane e tu ti approfittasti di me. Celando il tuo vasto orizzonte dentro un’edizione economica della Feltrinel...

LONTANO DA QUI, 15 OTTOBRE 1960

Le estati roventi e secche degli ultimi anni 60 le ricordo bene, e con loro il profumo ipnotico dei gelsomini nelle notti piene di stelle passate a chiacchierare davanti alle acque scure del canale di Sicilia. E’ stata anche un momento culturale protratto e significativo, un confronto, l’altra faccia della medaglia che non mi ha mai permesso di credere alle bugie che ascoltavo altrove; oggi devo ammettere quello che quarantanni fa non avrei mai accettato: che la cultura, sia in senso stretto che in senso lato, è purtroppo un’eredità ” sociale” difficilmente costruibile fuori da un certo ceto e da certe abitudini mentali. Milano della fine degli anni 50 e all’inizio del 60 era una città diversa, era una dimensione perduta per sempre. Io la ricordo con una sensazione di “grande abbraccio”, di una ritrosia che si lasciava vincere solo da una schiettezza sincera. Ero un bambino ma i milanesi li ricordo bene: sorrisi formali ed attenti, l’aria di chi aveva sempre qualcosa da fare o la stava...

LA PRIMA VIRGOLA

Se tornassi a scrivere prenderei la prima virgola per appenderla al tuo orecchio che mi regali di nuovo il volto e il cuore. Se tornassi a scrivere non avrei più niente tra le mani se non il ricordo di una intesa da regalare al mio tempo nuovo. Se tornassi a scrivere lascerei finalmente libero il sogno di ciò che mai sono stato e tu lo leggeresti altrove e in un altro mondo.

CONSERVATORIO

Ti ricordi di me, Pieralvise? Io non dimentico quella mattina di maggio quando mi accompagnasti dentro il conservatorio G. Verdi di Milano. Avrei dovuto farti da guida per i tuoi occhi spenti…che sciocchezza, tu vedevi meglio di me ed eri nel tuo regno. Gli spazi erano grandi e severi, riflettevano il senso di un mondo a parte, come se, varcata la soglia, la città fosse sparita, rimasta indietro e sempre più lontana. Sale, corridoi, grandi porte e un sentore di legno diffuso ovunque; da punti indefiniti giungeva il suono di voci o di strumenti musicali. Io rivedevo i libri in braille di un’ora prima sulla tua scrivania, cercavo di capire come facessi a vedere il mondo attraverso le dita e la pelle…La musica, quella non era un mistero per me, era una lingua immediata, la traduzione istantanea di un’emozione. Perfetta e per sempre: ma tu camminavi tranquillo volgendo lo sguardo che ti mancava attorno e mi dicevi cose che non avrei mai immaginato. Poi ti sedesti al piano e abbiamo parlato...

DIARI VIRTUALI -

Sogno ad occhi aperti da sempre, non so bene se sia una virtù o una disgrazia. Lo scollamento non è sempre facile da ricomporre e forse non è nemmeno utile. Il blog mi è servito certamente, prima della sua nascita questo compito era assolto da carta e penna, non aveva interlocutori e appariva solo come un riflesso cangiante di un universo in continuo divenire.  Il blog non svolge ESATTAMENTE la stessa funzione: esporsi e comunicare ti cambia dentro, toglie sicurezze ancestrali e regala al loro posto sorprendenti novità esistenziali. E’ qualcosa di intimamente diverso, quando parliamo di diari virtuali dovremmo tenerlo presente.

L'ASSASSINO SILENZIOSO

L’amore che si presenta alle spalle di notte è un assassino silenzioso. Scivolo tra le sue braccia per sfuggire al mio destino. Dibattersi, negare cambiare il suo disegno con una poesia bilanciare con i miei frammenti il suo sorriso finale è l’ultima sciocchezza di quest’uomo. Stanotte non finirà così Per molto tempo ancora tralascerò quella virgola che fa da confine tra la vita e i giorni vuoti. E voltandomi ti bacerò come tu non hai mai provato Mi ucciderai certo ma non sarà invano ti accoglierò da solo stanotte. Come sempre sono stato e ti guiderò la mano e per un lunghissimo attimo capirai. Dopo sarà troppo tardi Troppo facile troppo rapido e lontano Devo essere sincero “stanotte” piace anche a me: l’ho scritta di getto come se fosse già presente dentro la mia mente e non aspettasse altro che uscire. Era notte alta e dovevo liberare il cuore da un peso decennale e crudele, non serviva altro che scrivere e farlo con dedizione sincera. Dopo, un minuto solo dopo è trascorso un interva...

UNA COSA SENZA SENSO, ISTRUZIONI PER L'USO

Per molti di voi sembra una cosa senza senso: molti blog, gli stessi testi solo organizzati in modo diverso. C’è una gran parte di ragione. Però tutto questo non vi crea alcun fastidio e il vero problema, in qualsiasi modo io abbia organizzato la mia scrittura, è ben altro. Attiene ormai da molto tempo alla mia fine sostanziale come blogger, alla mia palese incapacità di relazionarmi con questo esterno virtuale e alle conseguenze prevedibili di tale difetto. All’inizio leggevo circa una trentina di blog ogni giorno e ne commentavo almeno una ventina anche se non vi era nulla da commentare! Avevo intuito che l’unico modo per esserci ed essere letto qui è visitare in modo visibile e tracciabile gli altri blog: non ci sono alternative alla lettura dei vostri post con commento a seguire. Il “like” è soltanto un succedaneo di poco conto. Commentare è indispensabile, presenziare una conditio sine qua non, se non ci riesci il tuo spazio torna ad essere un diario privato segreto non dissimile...

UN'IDEA VIVA E TERRIBILE -

Nessun rimpianto, la vita soltanto e l'amore o l'idea di esso, il profumo che chiunque lo abbia provato non dimenticherà perchè è una necessità senza do ut des, senza formalismi, senza età...solo io e quell'idea viva e terribile. Non voglio morire senza capire, senza alternative, senza altre possibilità che quella di schiantarmi sull’ennesima delusione. E’ stato così ed è stato, ma sarà anche stavolta per sempre: non ci sono altri interlocutori, non c’è bisogno di interpreti delicati e sensibili. Serve solo capirlo e dirlo, tutto il resto è banale analisi di ciò che è avvenuto e che non si ripeterà mai più identico.

L'AMORE DAL SILENZIO

Sapere e aver saputo, leggere e aver letto e poi studiato e aver viaggiato senza ipocrite paure fra le opposte ideologie di questo mondo che ci è stato donato. Ho capito da molto tempo ormai che ne facciamo scempio, ho inteso che anch’io col mio rigore e la mia cultura resto un grande peccatore, con maggiori colpe di altri che almeno non sanno e mai hanno saputo. Avrei bisogno del silenzio di un monastero, dello specchio onesto della mia anima senza altri intermediari che la mia coscienza: e invece sono qui davanti ad uno schermo che, aperto, mi butta in faccia il mondo. Prego per resistere, in fondo si esce dal silenzio e si torna nel silenzio, non è una maledizione, una iattura, è un premio. Il silenzio definisce ed esalta, raccoglie i profumi, acuisce i sensi, raccoglie la vita nel palmo di una mano. La mia e la tua. Niente è più forte di una comprensione che giunge accolta da un grande silenzio. Parlerò d’amore anche stasera. Per non sapere fare altro. Parlandone mi avvicino a st...

AMORI PERDUTI

Amori perduti è un termine che mi insegue da tanto. Dentro l’amore quello vero vero c’è il senso di una perdita, di uno smarrimento profondo: se non ti perdi non è quel tipo di sentimento, può essere cento altre cose, tutte rispettabili, ma non quella cosa. Se ami sei perso per sempre, anche se tu poi non ami più o lei ti lascia, non conta. Conta il senso di una magia che non c’è più, che ti faceva fare e vivere in modo diverso. Diverso come? Diverso! Diverso camminare, respirare, mangiare o non mangiare, guardare un film o stare per i fatti propri ( si può anche da innamorati) e fare l’amore. Quello per la verità è un capitolo a parte, capitolo difficile. Se ami non fai l’amore, ce l’hai dentro e lo tiri fuori, non ti vedi mentre lo fai e quindi non hai nessuna pruriginosa fantasia sessuale, non c’è sesso nell’amore ma solo sviluppi trascendentali di una nobiltà eterna che hai come patrimonio da spendere. E lo spendi male, sempre. Io parlo per me, che di voi non m’importa in questo ...

LONTANO DA QUI, 15 OTTOBRE 1960

Le estati roventi e secche degli ultimi anni 60 le ricordo bene, e con loro il profumo ipnotico dei gelsomini nelle notti piene di stelle passate a chiacchierare davanti alle acque scure del canale di Sicilia. E’ stata anche un momento culturale protratto e significativo, un confronto, l’altra faccia della medaglia che non mi ha mai permesso di credere alle bugie che ascoltavo altrove; oggi devo ammettere quello che quarantanni fa non avrei mai accettato: che la cultura, sia in senso stretto che in senso lato, è purtroppo un’eredità ” sociale” difficilmente costruibile fuori da un certo ceto e da certe abitudini mentali. Milano della fine degli anni 50 e all’inizio del 60 era una città diver sa , era una dimensione perduta per sempre. Io la ricordo con una sensazione di “grande abbraccio”, di una ritrosia che si lasciava vincere solo da una schiettezza sincera. Ero un bambino ma i milanesi li ricordo bene: sorrisi formali ed attenti, l’aria di chi aveva sempre qualcosa da fare o la st...

VERITA' DI COMUNICAZIONE -

Non ho più il tempo di dilungarmi, mi è restato quello di immaginare o far immaginare. Ho motivo di supporre che il problema della “sincerità” sui blog non sia solo una mia supposizione: comunque lo si voglia definire questo picchiettare sui tasti, il senso o il fine di una pagina virtuale non può prescindere da una verità di comunicazione senza la quale un Blog non è nulla.

LA COMUNICAZIONE FALLACE

Quando scrivo o leggo, le righe sono qualcosa di vivo e reale, sono un’avventura che ti attraversa e infine, come l’amore, le amicizie, i dolori e gli affetti, come ogni cosa ti logora e ti stanca. In realtà la colpa è mia perché vedo e immagino ciò che è scritto come inattaccabile, allo stesso modo in cui sogno e vorrei che fossero certi sentimenti: non toccati dalla miseria della vita che ci segue passo passo anche se, a ben vedere, è proprio tale condizione spesso ad essere il loro nutrimento. Voi non potete immaginare quanto siano luminosi i miei sogni ad occhi aperti: diventano una specie di oasi, un “porto franco” che mi difende da tutto e tutti. Nella mia stanchezza il porto è la solitudine e, al tempo stesso, la necessità di difenderla perché resta l’unico modo di proteggere il mio diritto alla individualità. Complicato? Eccessivo?  Di fatto sempre più spesso non mi riconosco, nemmeno nella comunicazione che tento di avere col resto del mondo; io so perfettamente che chi s...

NON TORNERAI, IL CAPITARE DEI GESTI

Potrebbe sembrare un ritorno, ma non tornerai. So che non sarà così. Siamo altrove, qui solo le orme fuggevoli di un pensiero, di un’idea. Non tornerai ma sarebbe stato bello il contrario, distruttivo forse ma luminosamente bello.  Sai quanto è facile slittare fra le pieghe della propria vita: ho troppe note in testa e quasi mai una dominante. Vorrei riderne, con te più che con altre, con te per un antica intesa lucida e cristallizzata nel tempo. Sai quanto è facile percorrere il labirinto dei nostri giardini segreti per ritrovarsi poi davanti alla spiaggia che amammo da ragazzi e dire , in silenzio, eccomi, sono pronto. Ho sospeso molte mie pagine per una crisi di “snobismo culturale”; quando ritroverò la sciocca pretesa di farmi capire dagli altri riaprirò le danze. Perchè, tu lo sai, danzare mi piace moltissimo, è connaturato al mio spirito e non potrei farne a meno; questo è il motivo del mio scrivere, un limbo preciso e solitario, conficcato dentro l’epistolario fra noi e il n...

L'ABISSO

Ho esagerato, lo faccio spesso ma dentro quella vertigine che mi prende si nasconde l’abisso: da qualche giorno cammino costeggiando un luogo strano e pericoloso, credo di averlo sfiorato altre volte in questi ultimi anni ma adesso ho deciso di visitarlo con morbosa attenzione.  Mi fa paura ma mi intriga ancora di più. Sono certo che mi appartiene così come mi appartiene il senso di vuoto cosmico che aleggia sulla mia testa da sempre. In questo redde rationem ci sono molte componenti, il blog con le sue vite in vetrina non ha meno peso dei miei pensieri in solitudine. E’ una sinfonia di voci finalmente indistinta e paritaria. E’ il suono che per un attimo breve si è fatto possedere dalla mia mente dopo avermi attraversato per anni. E’ la mia fine ed il mio inizio ciclico. Siamo finiti tutti e facciamo finta di niente: alcuni di noi continuano a rassettare il proprio universo, io tra loro, a cullare con gli occhi il segno del proprio peso sull’esistenza. Ma è tempo perso perchè ci ...

BURQA

Parlare di islam oggi in rete senza il pericolo di uscire ad ogni momento dal seminato concettuale e non finire come sempre nell’infinito refrain del “noi siamo migliori di voi”, sta diventando difficile. Perché semplicemente guardare i fatti e i numeri è difficile da sostenere ed è invece molto più utile, comodo proficuo appoggiare certe chiamiamole posizioni nei confronti dell’islam.  Ho scritto varie volte in questi anni che l’islam è il medioevo istituzionalizzato e questo aggettivo fa una differenza profonda con la situazione in occidente. Da noi persistono vergognosamente e si ripetono fatti che vanno contro le leggi dello stato, fatti legati evidentemente a convenzioni sociali e mentali profonde che non hanno ancora fatto breccia in modo totale tra i cittadini; la legge sul delitto d’onore in fondo è stata abrogata da poco (1981) ma adesso quella legge non c’è più…è rimasto diffuso in certi ambienti il senso di proprietà nei confronti della donna è vero ma la legge cui app...

DUE PIU' DUE -

Sono combattuto tra il narcisismo intellettuale di continuare a propormi in rete e il timore che esso mi porti ad una condizione di presenzialismo che credo di non saper gestire. Le mie capacità di socializzazione sono scarse su questo non ho dubbi… E’ un dualismo che io personalmente non ho mai risolto. Sono nato sul cartaceo, ho mosso lì i primi passi, quindi sono passato sulla vera letteratura complice la fornita libreria di casa. Infine sono approdato sull’ipertesto con contatto immediato scrittore-lettore dei blog. Ho nostalgia del primo ambiente, questo mi affascina ma non mi ha mai convinto fino in fondo, credo sia una questione di anagrafe. Il salone grande vista mare c’è già ma lo abito solo io da molto tempo: esiste l’indicazione stradale e ci si può arrivare senza problemi ma non lo fa praticamente nessuno. Raramente qualcuno suona il campanello ma…non ci incontriamo. Purtroppo.

CIAO -

Ciao diario virtuale, da qualche giorno ho pubblicato i miei pensieri in altro modo: con l’intenzione, il desiderio ma senza segni scritti. Le strade sono tante, troppe, la pietanza giusta non si trova, che poi non c’è, non c’è mai, esiste solo la fame e tu diario lo sai.

SIPARI QUARANTANNI DOPO

Ho scritto molte poesie, alcune a distanza di anni sono restate tali altre sono morte in un abito che non competeva loro. Con tutto quello che ho lasciato negli anni in rete su spazi diversi fra loro potrei vivere di rendita per molto tempo. Perchè no? Copiare e incollare QUI il materiale mio di altri mondi e altri tempi: compiacermene stoltamente e facilmente, dare un ritocchino qua ed uno là, dirmi non male, non male finchè l’eco dei miei passi si perderebbe nello spazio vuoto della mia esistenza. SIPARI resta una poesia. Ha superato il MIO tempo ed è ritornata seriamente al suo posto. Sipari è mia, lei è svanita trentanni fa. Di mattina ti guardo anche se da tempo non sei più qui. Mi muovo fra le pieghe di quel che eravamo il viso serio, le labbra ferme, gli occhi abbassati. Devo essere uno spettacolo curioso per chi guarda libero dalla mia malattia e incomprensibile. Io attraverso le scene della nostra vita e c’è sempre qualcosa fuori posto metto gli oggetti del cuore in modo diver...

IN CORO

La stanchezza è il segno della mia permanenza qui, una condizione rinvigorita ogni volta che sfoglio le pagine virtuali dopo aver abbandonato per la stessa ragione quelle cartacee. Il web ribadisce la stessa uniformità di atteggiamenti culturali e mentali dei media ufficiali e il medesimo ostracismo per coloro che sono fuori da QUEL CORO in specie. C’è un silenzio (inconsapevole?) che aleggia sul ronzio diffuso di questa gran macchina che si è messa in moto da una ventina d’anni; internet docet, il nuovo libro sacro figlio della gran madre comunicazione imperversa sui nostri sensi. Il ronzio copre l’enorme massa di utenti, li ipnotizza e li seduce: infine su qualsiasi argomento diciamo tutti la medesima cosa . E’ la nostra felicità, il nostro rifugio e la nostra difesa dal cancro del dubbio. Nonostante l’immanenza di alcune problematiche e la loro continua presenza nel nostro orizzonte comunicativo e culturale io non leggo mai un’analisi seria sulle differenze culturali in divenire t...