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Visualizzazione dei post da maggio, 2010

VIA ETNEA -

La tragedia iniziale si è già compiuta trentacinque anni fa. I suoi effetti nel tempo sono rotolati in basso lungo l’asse di via Etnea perché in fondo Catania è una lunga via diritta verso il mare dove qualcun’ altro ha ricominciato per me. Adesso che sono altrove non ho affatto le idee più chiare. Qualcuno, osservandomi attentamente, noterebbe lo sguardo un po’ obliquo di un naufrago che tenta in tutti i modi di restare in piedi, aggrappato all’albero della nave che mi ha portato sulle rive dello Ionio, da quest’altra parte dell’isola.

TRENTANNI DOPO -

A sud verso Ortigia, Trent’anni dopo - C’è sempre un cammino privato anche in un atto pubblico come quello di pubblicare uno scritto in rete. Io ero là, su quella banchina quella sera quell’anno, il desiderio di completezza, di riunirsi alla propria intimità era una musica che suonava dentro, io la percepivo bene ma dirlo fuori era improponibile…anche adesso mi appare difficile. Il pensiero di quella sera se ne andò verso sud: credeva di trovare il suo ultimo approdo là dove aveva sognato una vita diversa per l’ultima volta. Trovò solo altro mare e un piccolo gruppo di amici a salutarlo per il suo prossimo viaggio. Aleggia da quelle parti, mi aspetta lì, sa che arriverò e ce ne andremo assieme, io lui e i nostri sogni, così come siamo nati.

UN'ALTRA STORIA -

Ho deciso di sedermi su un’immaginaria panchina e ricordare. Ricordare bene e con attenzione perchè il tempo trascorso è tale e tanto da sfidare le capacità della mia mente a non farsi travolgere dai miraggi e dalle illusioni. Lo smarrimento di prima ritorna, insistente: questa stanza e questa città sono tutt’altra cosa dalla storia che voglio raccontare, sono la valle solitaria e lontana dove lascerò le mie ossa, il cimitero dove finiscono i dinosauri come me orgogliosi fino in fondo della loro inevitabile immanenza.

TAORMINA -

Taormina è stata creata dal turismo di elite tedesco e inglese di quel periodo, da visitatori consci e stupiti dell’immenso patrimonio paesaggistico che si presentava ai loro occhi e che vi si persero dentro. Molti di essi vennero a consumare i loro ultimi anni su questo poggio che guarda lo Ionio da un lato e il grande vulcano dall’altro. I bar e i locali famosi che fino agli inizi degli anni 60 fecero la storia e l’educazione sentimentale di gran parte dei catanesi e delle signore capitate per caso in corso Umberto non hanno alcun senso senza l’abbraccio malizioso dello spazio attorno a te che solo può regalarti uno sguardo, un accavallarsi di gambe o un seno intravisto nell’atto di sorbire un gelato.  E' questa la magia che il luogo ha conservato. Solo così puoi pensare: resto per capire e morire.

IN CORO

La stanchezza è il segno della mia permanenza qui, una condizione rinvigorita ogni volta che sfoglio le pagine virtuali dopo aver abbandonato per la stessa ragione quelle cartacee. Il web ribadisce la stessa uniformità di atteggiamenti culturali e mentali dei media ufficiali e il medesimo ostracismo per coloro che sono fuori da QUEL CORO in specie. C’è un silenzio (inconsapevole?) che aleggia sul ronzio diffuso di questa gran macchina che si è messa in moto da una ventina d’anni; internet docet, il nuovo libro sacro figlio della gran madre comunicazione imperversa sui nostri sensi. Il ronzio copre l’enorme massa di utenti, li ipnotizza e li seduce: infine su qualsiasi argomento diciamo tutti la medesima cosa . E’ la nostra felicità, il nostro rifugio e la nostra difesa dal cancro del dubbio. Nonostante l’immanenza di alcune problematiche e la loro continua presenza nel nostro orizzonte comunicativo e culturale io non leggo mai un’analisi seria sulle differenze culturali in divenire tra...

Chi può dire cosa siamo veramente, quanto sia rimasto dei nostri cuori, delle nostre sorprese? Questo viaggio non vi darà nessuna certezza… la vita in fondo è una magia.

METAFORA -

Oggi più di ieri, del sud e della sua isola più grande questo paese non può fare a meno. L’effimero ci prende, ci possiede: la relatività ci permea da secoli… ve la regaliamo. E’ un dono prezioso e un punto di riferimento contro l’assolutismo continentale che tutto vorrebbe chiuso in “logiche di mercato”. Avrei voglia di dire altro ma rimanderò ad una prossima occasione il desiderio di raccontare altro della mia terra “metafora” dell’Europa come diceva Leonardo Sciascia.

UNO SFOGO ESISTENZIALE -

In certi casi ho pensato, prima di mettermi alla tastiera, di provare a fingermi un’altra esistenza e altre dinamiche: chi potrebbe mai sapere veramente di me? La rete è piena di falsi narrativi e intellettuali, di castelli incantati pronti a crollare al primo alito di concretezza vitale. Ma non ci riesco, scrivo della mia mediocrità immaginando l’assoluto: se non potessi farlo più sarei privato di uno dei pochi sfoghi esistenziali che mi sono rimasti. Il blog è una strana creatura molto più duttile di quanto si possa pensare, nel contesto personale, che resta intonso se lo vogliamo, si inserisce quello pubblico, croce e delizia di noi tutti, pietra di paragone culturale ostica e micidiale in certi suoi risvolti. Sarà su quel terreno che si giocherà la vera partita di un blog, nel guardarsi in faccia, migliorare la forma del nostro pensiero e la sua espressività, confrontarla con gli altri, accettarne la diversità e difendere la dignità del nostro sentire. In questo, specificatamente, ...