Vorrei dire “sembra incredibile” ma non posso perchè è credibilissimo. Sono in fase di sopravvivenza e l’ho affidata a questo spazio: no, non tutta ma in buona parte sì. Guardando fuori da qui verso il golfo aperto della mia città la cosa che mi viene più facile da pensare è un’estate infinita, stile vecchi tempi. Dilatata e sensuale ma lenta, lentissima, piena di me e della mia vita, dei miei segni e dei miei stupidi assiomi. E’ esattamente ciò che voglio, l’unica cosa che comprendo. Non è amore, è l’orgasmo che viene dopo e che nessuno vuole gestire perchè è meno romantico. Aspettare, è ciò che dovrei fare in questo periodo di presunte agonie e inevitabili condoglianze. Non so farlo, non nel modo tradizionale: io aspetto superando le mie emozioni per vederle da un’altra prospettiva. La causa vera di questo blog è questa, avrà un senso finchè ci sarà la spinta mia personale e dentro le voci che ho iniziato a frequentare in rete. Ho un istinto maledetto e analitico che mi porta via e ...