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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

TORNO A CASA - S.LORENZO

Stasera torno a casa, ai luoghi in cui muovermi è automatico e il trascorrere è rimasto un fruscio. Stanotte sulla spiaggia che mi vide bambino attenderò che altri sogni scendano quaggiù a riempirmi il cuore.  Le stelle scivoleranno giù lasciando nel cielo le scie del loro splendore mescolato alla magia che i desideri portano sempre con se.  Vorrei fosse diversamente ma sarò solo: porto le stimmate di una condizione esclusiva non più rimediabile ormai.  Ho già pronta la scatola con la mia lucciola personale, l’aprirò per far da richiamo alle sue sorelle del cielo, che non si scordino di me quaggiù; le attendo da un’estate all’altra, da una stagione all’altra, fingendo sempre che una carezza possa mitigare la disillusione di una vita.  Sorriderò questa notte quando arriverà la liberazione della tua voce e sarà di nuovo agosto con le cicale ad esaurire la notte e l’andirivieni delle onde a immortalare il tempo. Saranno più lente o più veloci le mie stelle stanotte quan...

IL GIA' SCRITTO -

Do per scontate così tante cose! Passo anni a capovolgere le prospettive, poi vengo regolarmente smentito dall'evidenza. Voi non sapete dove navigo in rete, non avete idea di quanti luoghi lontanissimi da questo io visiti, cittadelle arroccate ognuna sul proprio cocuzzolo a dominare i poveri servi della gleba là sotto; alternative le chiamano, altri stati d'ansia li chiamo io, pronti a blaterare di un mondo e di un'umanità che semplicemente non esiste.  Io sono vivo, mi arrovello nell'illusione di leggere qualcosa di nuovo, cerco l'uovo di Colombo ma trovo solo uova strapazzate o in camicia, già cucinate e così non capisco più nulla. Trovo anche blog scritti benissimo i cui titolari sono, se fosse possibile, ancora più insopportabili di me, torno sulle pagine dei miei contatti storici...AGONIZZANO. Beh farò anch'io la stessa fine contrariamente alla mia voglia di vivere che cresce ogni giorno di più. Pubblico il già scritto io, quello che scrissi quando ancora c...

18 E 44

Almeno due volte a settimana decido di chiudere. Non perchè non abbia argomenti ma perchè ne ho troppi. Avessi tempo leggerei almeno duecento blog al giorno e poi non avrei il tempo di commentare. La sensazione del tempo che scorre mi dà ogni giorno più fastidio, così per rabbia periodicamente mando tutto “definitivamente” a quel paese.  Oggi ho chiuso il blog alle 14 e 30. Chiuso, finito! Dovevo rileggermi la Storia dell’Italia moderna del Candeloro, almeno i volumi riguardanti l’epoca risorgimentale… perchè io quando lo schifo odierno supera il livello di guardia vado sempre a cercare la falla da dove è entrato. Così all’inizio del pomeriggio verso le 15 ho passato in rivista i dorsi posati in libreria e, golosamente, ho iniziato a sfogliare il III e poi il IV volume… ma c’era anche lì vicino “Il Risorgimento” di Gramsci. Di quanto tempo avrò bisogno mi chiedevo mentre Ferdinando II, Cavour, D’Azeglio, Re Vittorio e via via Mameli, Garibaldi, Mazzini, Cattaneo sciamavano fuori. ...

CENTO PASSI, MILLE PASSI, NESSUN PASSO IN AVANTI

Nel maggio del 78 io avevo 26 anni e trasmettevo in una radio libera di Palermo: mi piaceva da impazzire, forse troppo. Ero, guarda caso, uno dei più duttili e alternativi Dj di quell'ambiente, sicuramente il meno inquadrabile dal punto di vista ideologico. In quegli anni trasmisi quasi di tutto, dal rock aggressivo dei Led Zeppelin, alle ballate di De Andrè, dalla chitarra di Jimi Hendrix a quella dei Dire Strait, non intaccavo, non intaccavamo la struttura sociale della città . Peppino Impastato sì . Noi mandavamo musica, camminavamo per le strade di Palermo e Palermo continuava ad essere divorata dal cancro al suono del rock 'n roll: il grande sacco della città era quasi al termine nel senso che non c'era più quasi niente da mangiare. Una delle più belle e interessanti città del Mediterraneo ridotta ad un ammasso fetido di cemento e sfruttamenti gestiti da una classe politica identificabile col gotha della criminalità organizzata.  Le radio private palermitane trasmettev...

THE TIME THEY ARE A CHANGIN'

L’estate di 47 anni fa di questi tempi era pronta a partire ed io stavo per mettere le mani sui miei 17 anni. Gran cosa! Il suo fiato caldo lo sento ancora: ha ingaggiato con me una gara sul tempo, un gioco che non dà nessun premio ma ti brucia dentro e che devi per forza restituire fuori. E’ una mano tesa fra le generazioni ad affermare che la bellezza e la poesia salveranno questo mondo. Crederci o meno è una possibilità come tante altre, la forza dell’amore e della vita continueranno per la loro strada e avremo tutti l’occasione di piangere, un giorno, per la felicità di esserci, di averci creduto o di doverci ricredere. Le estati sono tutte emozioni rapprese che si sciolgono sotto il sole e scivolano insinuandosi sotto la nostra pelle, sembrano diverse ma in realtà assumono semplicemente la forma della nostra vita in quel momento. L’estate è sempre l’identica rivelazione che sale sul palcoscenico con presentatori diversi, la sua apparizione suscita reazioni varie che vanno dagli ap...

REVERSO -

Dovete leggere giovani blogger, qui o meglio altrove (anche sull'ormai desueto cartaceo) dovete leggere. Non è detto che sia lì la vostra salvezza, la gangrena montante di cui quelli della mia età sentono il puzzo più di voi per un semplice fatto di anagrafe non è certo che vi risparmierà per il fatto di aver letto. Ma creperete più dignitosamente e non è cosa da poco. Leggendo imparerete cosa siete, come ci siete arrivati e cosa vi aspetta; amerete l'eleganza naturale, fisiologica direi, della trasmissione scritta del pensiero perchè non sempre funziona all'inverso, non sempre ad una parola detta corrisponde un retro pensiero, anche il web è strapieno di inutili zucche vuote! Dovete leggere se volete amare da esseri umani maschietti dalla virilità incipiente e pulsante e fanciulle su cui posare il desiderio nascosto di essere eterni attraverso le vostre vagine. Dovete leggere, dovreste farlo e invece non lo fate! Aggiungo che dovreste leggere FUORI dai vostri limiti ...

RELATIVITA' -

Un’altra cosa importante ho imparato ritornando alle mie autentiche radici: ho imparato a guardare il mio tempo da prospettive diverse e a sentire il mio spirito come una persona vera. E’ qui che ho compreso cosa significhi la relatività delle cose. Ad essa ho demandato, purificandoli, i miei atteggiamenti meno seri. La politica, le ideologie, le passioni, le vittorie e le sconfitte, tutto quell’insieme di cose con cui pretendiamo di riempire i nostri giorni, prima allineate in ordine sparso sistemate poi sugli scaffali di una misura diversa e più antica, cambiano colore e importanza. Dovreste vederle mentre mentre pian piano scoloriscono fuori dalle feste di una nobiltà accessoria e vengono ridimensionate davanti al tribunale di un’aristocrazia che è culturale e mentale assieme.

VOILA'

T’inventerai un’altra vita per pensare  a questa vita  costruirai la tenacia con cui  inafferrabili sprofondano le cose. Continui a dirti che se solo lo volessi se solo ci credessi potresti farle vere e ferme potresti liberare l’anima del mondo. Ma non puoi, ci sono io col mio affetto asimmetrico col mio cuore che batte con i miei abusati candori. Voilà! Dovrai inventarti una vita diversa per ripensare a questa che stai consumando tra noi. Ma è irreparabile la sconfitta delle cose passate il senso sottile che ti stia spogliando di tutto del tuo ultimo sguardo per me della mia residua frase d’amore che ti attende alla fine di questo buio. E infine dimenticherai che nella prossima occasione volevi essere felice.

LETTERA NEL VENTO

Che ne sai dell’alito caldo che scende talvolta sulla mia terra? Io l’ho solo presagito ieri sul far della sera, un breve momento di attesa poi è iniziato. Ma tu non puoi sapere che lo scirocco è un confine nella nostra vita, un paletto da cui ripartire alla ricerca di una nuova frescura. Eri bellissima davanti al mare che ci vide diversi. Immobile il tuo corpo, l’abito unica parte viva su di te. Il vento caldo come sciroppo denso ci avvolgeva ed io sognai un’estate lontanissima e sospesa come questa quando ogni cosa doveva cominciare. Ma tu non sai, hai voluto dimenticare, io non potevo fissato dal vento in un sogno inutile ma necessario.Tu non hai bisogno di sapere che il tuo violino suonò per quest’ uomo un accordo lunghissimo che è rimasto su di me che sono una viola, compongo solo una biscroma al giorno. Troppo poco per difendersi dallo scirocco che avvolse le nostre vite. Tu sei altrove adesso, se una finestra dondola o sbatte la chiudi per non ricordare quella costa, il mare e i...