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Visualizzazione dei post da 2013

IL CONFRONTO -

Certo il confronto implica una cultura diversa da quella del “va pensiero”, necessita di uno sforzo maggiore di quello richiesto per raccoglier l’acqua alle sorgenti del Po. Il confronto prevede coraggio e dignità e cultura cosciente di quello che si è, tanto più necessari se ci si rapporta col mondo musulmano. Io ho molte divergenze con la maggior parte delle idee che oggi sono SUPINE davanti al modo di intendere civiltà e società nell’islam, direi anzi che mi sono trovato spesso in aperto contrasto con chi dichiara di rappresentare un nuovo modello multietnico. ll confronto viene dalla chiara coscienza della propria cultura e non dalla svendita totale di essa in ossequio a internazionalismi pelosi.

LIBERAZIONI PILOTATE -

Sono arcistufo di sentire parlare delle limitazioni alla stampa in Italia o alle limitazioni dell’espressione sul web, a me FINORA non risulta. Risulta che a seconda del colore politico si amplifichino o si minimizzino certi argomenti e il web non è da meno: quindi tradisce spesso e volentieri l’obiettivo di informare liberamente chi lo usa.

LA REPUBBLICA FRANATA SUL LAVORO

Trentacinque anni fa non avrei mai scritto questo post (anche perchè la rete e i blog non esistevano). Trentacinque anni fa leggendo il passato vedevo il presente e, pur con qualche dubbio, me ne compiacevo, era un’altra Italia, un incedere diverso sulle strade della vita, un modo ormai sconosciuto di affrontare ciò che viene comunemente detto il “retaggio del passato”. Fu un’eredità difficile e scomoda: perdemmo una guerra in cui mai avremmo dovuto entrare e lo facemmo con un armistizio separato semplicemente ridicolo diventando da un giorno all’altro alleati dei nostri avversari e viceversa. Una cosa inaudita, un bizantinismo furbetto che ancora pesa sulla nostra reputazione in campo internazionale. La guerra tracimò in una sanguinosa guerra civile, misconosciuta e negata per molti decenni in seguito, la guerra civile non poteva che lasciare ostilità e feroci risentimenti da una parte e dall’altra. Il referendum fece quel che poteva e mostrò palesemente la spaccatura che divideva il ...

PALERMO 1980 - QUARANTANNI DOPO

Perduto fra le stelle della città, le luci stupidamente timi de accorse ancora una volta a dimostrarmi il loro affetto dico loro che è finita. Più in alto altre stelle antiche corrono senza sorriso come sipario a parole già dette, a sguardi già consumati. Estraneo verrà il giorno a svanire le luci delle nostre illusioni.

MOLTI LEGGONO MA RESTANO IN SUPERFICIE -

Io vivo un’asimmetria evidente da ragazzo tra i miei sogni e il loro realizzarsi. Non riesco a conciliarne le misure e, negli ultimi anni, lo scollamento è diventato profondo. Mi vedo, guardo quel che sono (non solo quel che scrivo) e mi sento morire: l’inganno culturale, intellettuale, la linea di salvezza che ho seguito fin qui non mi basta più, l’idea o l’essenza di me portata nero su bianco è un confronto insostenibile con il grigiore quotidiano che vivo. Tutto qui.

IL GIA' SCRITTO

Per tornare a scrivere è necessario, almeno per me, credere che il nuovo abbia un senso non solo per chi legge ma anche per chi scrive: io l’ho perso forse definitivamente e sopravvivo su questo e altri blog rieditando me stesso. Sono diventato insopportabile? A volte credo di sì , sento il peso di un trascinamento incomprensibile e lacerante. Ma esiste anche la coscienza di non aver detto abbastanza, non nel modo giusto, di non aver voluto per una malintesa forma di educazione virtuale attaccare una certa fauna che vive all’ombra della blogosfera. Non si tratta di un fatto meramente culturale bensì di una dimensione educativa che sfugge al controllo della cultura in senso stretto: è l’incapacità di ascoltare, la volgarità di sentirsi, senza merito alcuno, di varie spanne superiori all’altro.  Lo dissi tempo fa, non legge più nessuno nemmeno chi con enorme sussiego afferma sul suo blog di essere un bibliofilo. C’è una forma di cecità ideologica che impedisce la reale apertura sul...

L'OSSESSIONE DEL DESIDERIO

Tu sai perfettamente come compiacere un uomo ed io come fare lo stesso con una donna: che l’omologazione sia ancestrale o meno non ci tocca poiché sappiamo denudarci benissimo ugualmente. E mentiamo spudoratamente mentre lo facciamo. Voglio dirti una cosa: ci fu un tempo lunghissimo in cui mi piaceva molto essere amabile, sapevo ritrovarmi in un attimo ed ero estremamente determinato nel mio progetto seduttivo. Ah, quanto duravano le mie stagioni, le estati infinite a divorare il sole e la luce e quanta crudeltà c’era nello scivolare tra le pieghe della carne e sentirsi in armonia sempre, senza mai un ripensamento che non fosse una nuova strategia, un’onda nuova che mi portava in cresta a mostrarmi il tuo corpo nudo e acceso. Un giorno ti dirò come e quando mi accorsi del progetto infondato e dell’altra verità, più profonda, di quando mi accorsi che la condivisione non appartiene all’amore e quanto esso sia intimamente, visceralmente nostro. Indivisibile da noi stessi, solitario . Fu u...

AVVERRA'

Molti anni fa considerai il silenzio dell’anima come un aggettivo inevitabile della solitudine intellettuale che già si affacciava al mio uscio. Il tempo trascorso non è ancora abbastanza per separare e definire la solitudine dal silenzio perchè avverto che esso diventa ogni giorno più rumoroso ed evidente. Chiede di essere ascoltato e diffuso, analizzato e compreso, temo possa tradirmi o ferirmi definitivamente. Non sono ancora pronto ad aprire l’ultima porta. Ma avverrà.

OSSI DI SEPPIA

Non sopporto i consuntivi: esaminare come e quanto io mi sono consumato non mi piace, però i consuntivi occhieggiano ugualmente ai lati della mia strada, sono io che faccio finta di non vederli. Così invece di prendere atto di una questione palese, la fine della mia avventura nel web, vado a spulciare i percorsi altrui e mi faccio convinto ogni giorno di più che bisogna lasciare in rete un blog come questo che state leggendo o quest'altro non per i miei testi bensì per quelli altrui, per i nomi segnati in questi anni di scambi, per le persone che mi hanno commentato e che io ho commentato, per la vita che ci ha attraversato tutti.  Vi sono alcuni luoghi che mi affascinano e in genere rappresentano ciò che non c'è più o è andato altrove...lascio perdere i blogger che la morte ha preso con sè! Deve esserci qualcosa di remoto che io non so spiegare a parole in questa parte di vita trascorsa a scrivere sui blog, qualcosa che nasce dalle scritture ma raggiunge spiagge sconosciute, ...

S, GIOVANNI LI CUTI

La città preme e assedia con arroganza questo piccolo porticciolo: è un tipo di violenza molto diffuso qui come in altre città dell'isola, alla fine ci fai l’abitudine. Lottare continuamente perché ciò non avvenga diventa un lavorio crudele, qualcosa che può privarti anch’esso di un rapporto normale col tuo ambiente. Un giro vizioso: i miei conterranei si strappano le vesti quando la vita li porta lontano ma coloro che invece ci abitano, o essi stessi quando tornano, fanno di tutto per distruggere, lordare, sfigurare i luoghi rimpianti sino a poche ore prima. E' un'attività nella quale, seppur con meriti e attitudini diverse, quasi tutti si cimentano. Il colpo di grazia in genere è sferrato dal politico di turno e dai suoi accoliti: sono essi ad averci regalato negli ultimi 50 anni lo sfacelo che ci circonda, il barocco sfondato o il liberty stuprato, una carneficina diffusa e sanguinosa. Però ogni tanto un miracolo lascia in vita qualche posto come questo, un'oasi semp...

ROMANTICI -

Ci infrangiamo sulle parole, sui loro spigoli lasciamo i resti di innumerevoli naufragi. Navighiamo attorno ad un concetto antico, vorrei dire obsoleto, ma bene o male viene sempre fuori una parola, quella parola che tenta di raffigurare la tempesta e la passione, l’istinto del silenzio dopo una danza vorticosa, il senso di un’infinita rincorsa: romantico, romanticismo. Sono romantico? Siete romantici? Cosa siamo quando ci denudiamo e, in segreto, malediciamo il pudore di abbracciare il nostro cuore con la mente? Una nota può raggiungere il cielo anche se lo strumento sta nel fango e un essere umano ha il diritto di crederci almeno una volta nella vita. Scrivo con la percezione che non tutto vien fatto per nobili ideali ma non tutto nasce imbrattato dalla parte peggiore di noi… A volte torniamo ad essere bellissimi.

ARISTOCRAZIA -

Parlare di aristocrazia oggi e soprattutto nel web potrebbe sembrare pericoloso e probabilmente lo è: troppi malintesi, troppi vuoti, così il tessuto sembra pieno di strappi, mancanze. Ma il concetto che volevo esprimere non ha intenzioni contundenti è solo la mia visione di questo mio oggi, di questi giorni che mi allontanano sempre più da questioni e discussioni mal poste, infine resta solo una buona dose di silenzio dentro il quale rivedere o riscoprire le presenze che ho sempre amato.

OCCIDENTALE

Occidentale. Stanco di scrivere al vento e di far finta di condividere. Ucciso dalla inutilità di aver studiato e letto per decenni, di aver confrontato fonti diverse. Di aver amato il silenzio dopo la chiusura di un libro.  Occidentale del Sud, più vicino alla Grecia che a Berlino conosciute bene entrambi. Da Lampedusa ho lasciato sul confine del mare una lunghissima carezza, l’ultima che mi ricordi di me e di te amore mio. Stanco e guardo a oriente dove sorge ogni giorno la speranza. Occidentale.

LA TRASGRESSIVITA' DI UN COMMENTO

Come avete potuto notare ho impresso a questo blog una certa accelerazione e ne ho spiegato i motivi; mi guardo attorno ( molto più spesso di quanto possiate immaginare) e vedo che in pratica sui blog nulla è cambiato. Le dinamiche relazionali pare che non possano svilupparsi se non nella identica direzione di sempre: commento- presenza-risposta-follow- costanza- attenzione- stanze riservate….etc etc Perchè dovrebbe essere diverso, pensateci.  I commenti sono un blog. Sono anche l’eternità del post quando esso merita di vivere. Però i commenti sono un gesto d’amore e l’amore è intellettualmente esclusivo nel momento in cui lo pensi, definitivo e terribile appena lo hai scritto. Quindi commentare seriamente è trasgressivo e induce la gente ad odiare il miracolo che si crea tra il post e quel commento. Quando, fino a 6 anni fa, scrivevo su carta ero felice della mia solitudine e del tramite che costruivo ogni volta che l’attraversavo con le mie parole nero su bianco. Sui blog non è ...

LA MEMORIA E L'OBLIO

Di cosa possiamo aver memoria? In genere, se non colpiti da demenza senile, di ciò che abbiamo vissuto in prima persona. Naturalmente non può bastare ma per millenni e in alcune popolazioni del pianeta è bastato e continua a bastare. Se non abbiamo esperienza diretta e personale l’unica via che possiamo percorrere per capire il mondo in cui viviamo è lo studio della Storia attraverso le scritture e le testimonianze altrui perchè se non si scrive di un fatto c’è il fondato rischio che il fatto semplicemente non esista.  La tragedia dell’olocausto è diventata tale dopo la fine della seconda guerra mondiale quando nell’aprile del 1945 le truppe russe e angloamericane cominciarono a varcare i cancelli dei campi di concentramento nazisti e, appresso ad esse, entrarono anche fotografi e cine operatori. Il giorno della memoria inizia ufficialmente lì. Ma è sbagliato è una menzogna, un comodo alibi. I fatti erano precedenti e non vi era bisogno di alcuna memoria, solo di normale consapevo...

LA VIRTU' DEL PESCATORE

La pazienza è la virtù specifica del pescatore, l’impazienza quella degli altri. Si getta la lenza da uno scoglio, in un punto dove solo il pescatore conosce bene il fondo. E si aspetta e l’attesa può durare anche molto tempo. Mentre passano le ore e le stagioni diventa naturale riflettere e ricordare; l’analisi può essere illuminante e definitiva in questi casi, comunque un punto di riferimento. Le decisioni sono sempre secondarie anche se prevedibili: spesso ho atteso fin oltre l’ultimo minuto accettabile, per affetto o paura del nuovo ignoto che mi attendeva. Quando il grosso pesce arriva è sempre una sorpresa, un insulto alle proprie capacità di preveggenza: lo aspetti sempre qualche minuto dopo…  La stanza segreta è qui e adesso , è una storia iniziata molto tempo fa. E’ l’attimo in cui arrivi a quella comprensione che ti sfugge da sempre. E’ un legame profondo, irrinunciabile, uno scrivere e pensare da lontano con una vicinanza intellettuale rara. La stanza è un simulacro del...