martedì 30 aprile 2024

BORSELLINO

La condanna a morte venne eseguita a questa stessa ora di ventanni fa.

Era scontata e fu eseguita, devo dirlo, nell’iniziale indifferenza di tutti perchè tutti sapevano, le istituzioni sapevano e nessuno fece nulla. 
I cento chili di esplosivo con cui fu imbottita una 126 parcheggiata davanti alla casa della madre fecero il loro dovere: brandelli di pelle e di arti furono sparsi in un ampio raggio di via D’Amelio e il palazzo fu seriamente danneggiato. L’AGENDA ROSSA sparì immediatamente, la possibilità di indagare seriamente era stata già compromessa l’anno prima quando Falcone andò a Roma. 
Oggi molti chiedono la verità, alcuni la pretendono, io la conosco, arrogantemente la conosco ed essa mi mortifica ogni giorno come cittadino e come siciliano. Borsellino come Falcone è stato assassinato perchè era un uomo onesto serio, preparato e non propenso a patteggiamenti con la mafia. Quindi pericolosissimo per cosa nostra e per tutto l’apparato statale che sottobanco con essa faceva affari redditizi. In Sicilia la gestione economica dell’amministrazione pubblica fa muovere denaro in termini enormi e da sempre la mafia entra in questa gestione e può farlo solo col tacito assenso del ministro o del pezzo grosso. Gli altri, i vassalli più o meno piccoli possono lavorare a tessere la tela di soldi e tangenti. Non è mai direttamente il presidente, il capo del governo o i suoi diretti, e più esposti mediaticamente, collaboratori a fare la telefonata a ricevere il boss…a mettere la firma: sono i sottoposti e il danno avanza ugualmente! Ma pensare che le alte cariche istituzionali e politiche a Palermo come a Roma non fossero coscienti di una bomba, un detonatore e una serie di stragi è solo una barzelletta stronza ed io oggi non voglia di ridere. Ciao Paolo. 
PICCOLA POSTILLA. Vi invito a leggere “Le ultime parole di Falcone e Borsellino” edito da Chiare Lettere, un libro di cui ho parlato recentemente; non amo i magistrati presenzialisti e politicizzati, quindi non amo Ingroia e Scarpinato ma la disanima del fenomeno mafioso è espressa in questo libro con una feroce lucidità da renderlo imperdibile! Le parole pronunciate dai due magistrati uccisi oggi a distanza di ventanni sono un atto d’accusa tremendo contro questa Nazione e i suoi rappresentanti locali e nazionali.

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