Eugenio Montale ha esercitato un influsso molto profondo e durevole sugli autori delle generazioni successive: non tanto per motivi di carattere formale (Ungaretti è stato molto più incisivo da questo punto di vista) bensì per motivi di carattere sostanziale per la visione e il sentimento della realtà. Ma per tutti o quasi quelli della mia generazione è stato l’ermetico per eccellenza e alla fine abbandonato. Una sera di febbraio del 1972 chiusi anch’io un suo libro: troppa fatica e nessun sugo. Chiusi e affermai che non mi avrebbe rivisto mai più (ho sempre avuto un rapporto personale con i poeti) . Mi mancava il tempo solitario e l’intuizione, mi mancava il modo perchè ce n’è uno diverso da poeta a poeta, da stagione a stagione. Quando li ritrovai Montale scorreva fluido come acqua di sorgente ed io mi stavo già innamorando. Ancora oggi io non vedo nessuna vistosa rottura con la tradizione precedente sul piano delle soluzioni espressive, non noto nessuna innovazione di particolare ri...
Non sono un influenzer e ne sono fiero, sono un anonimo e questo è un TACCUINO RITROVATO