giovedì 31 gennaio 2019

LIBERO

Esco di casa presto al mattino. 
Libero, sono libero, metto in moto e parto: percorso diverso stavolta. Scendo in studio dall’alto, così ad un certo punto si apre tutto il panorama del golfo. Apro il finestrino, l’aria è bellissima: libero sono libero mi ripeto. Ah… me lo voglio godere questo senso di vento e di cielo. 
Guardo più in là, verso sud. La costa si perde in un orizzonte sfumato ma io socchiudo gli occhi e lo vedo perfettamente cosa c’è più in là: vedo l’altra città, antica, e il suo porto e poi, più giù le lunghe spiagge che portano sino alle soglie dell’eden. Volendo domani posso tirare dritto e posso arrivarci: libero sono libero. Potrei anche fare tutto il giro di quest’isola, fermarmi dove capita per mangiare qualcosa in assoluto silenzio guardando il mare d’autunno e i suoi colori pastello. Montalbano sarebbe d’accordo. Perchè questa sensazione di leggera follia che un tempo contagiò Battisti non resta sempre con me? Dove se ne va quando mi tradisce con altre spiagge, altri amanti? Non sono libero! So che esiste la libertà ma ci gioco pericolosamente; la palpeggio e lei ride compiaciuta, carnale…poi scappa perchè il prezzo del suo amore è troppo alto. Per ora. Domani scappiamo insieme e, chissà, forse non torniamo più. Ci stabiliamo in uno di quei paesotti placidi sul mare, quelli carezzati dai gabbiani, dove non accade mai nulla e un Pc serve solo a commiserare il resto dell’umanità sciocca che non vede e non capisce. Lì persino Giulia e le altre avrebbero un senso diverso. Montalbano sarebbe d’accordo. Mi accendo una sigaretta, si è acceso il giorno.

mercoledì 30 gennaio 2019

IN CIMA AL MONDO -

Mi viene da ridere e dura poco però perchè io in quella soffitta mi ci sono accomodato, i gradini li ho saliti tutti e mi sono accorto che nemmeno così si chiude il cerchio della vita. Che gli estremi, dopo essersi toccati, rimbalzano via lontano, l’intelligenza non paga, non abbastanza da modificare il tratto col quale tracciamo il cerchio. Mi sono innamorato due volte in tutta la vita e non potrò mai dire compiutamente ma solo disquisire con acrobazie intellettuali del mio essere di allora. Posso solo affermare che, innamorato, stavo seduto in cima al mondo…anche se poi rotoli giù quella prospettiva non la dimentichi mai.

lunedì 28 gennaio 2019

SOLO UN'OCCASIONE -

Il blog lo ripeto è già scritto, lo è stato da sempre, WordPress o Blogspot sono stati solo l’occasione, il mezzo per travasarci dentro tutta la parte di me che ci entrava, era scontato che tracimasse e rompesse i cabbasisi ai vicini… non sono un rompicoglioni, sono curioso e purtroppo so leggere e scrivere e lo sanno fare tutti gli altri me stesso che mi accompagnano. Non sono nemmeno così misurato e classico come faccio credere (un po’ mi diverto) però non posso sfuggire né alla mia educazione familiare e sentimentale nè alle mie esperienze: ci provo talvolta ad accomodarmi in salotto (sono bravissimo anche in jeans e t-shirt) ma poi mi chiamano dalle altre stanze…

mercoledì 23 gennaio 2019

I MIEI VENTANNI -

In bilico sul filo del rasoio tra centinaia di generazioni “lente” e questa mia stronza, maledetta e velocissima generazione da costruire atteggiarsi rappresentava l’unico modo per sopravvivere, l’unica maniera di prender tempo al tempo implacabile. Questa è stata la mia generazione, i miei anni tra il 1966 e il 1970

sabato 12 gennaio 2019

ORTIGIA

Stasera ad Ortigia la sera scende placida e piena di richiami sonori: dai grandi alberi sul lungomare gli uccelli si apprestano a lasciare spazio alla notte che viene. Non lo sentite l'eco lontana della voce di Dionisio... non avvertite il passo lento di Archimede sospeso dentro i meandri della sua mente in ricerca costante? Stasera il mare è un breve sentiero tra questa costa e l'altra immaginata, sognata, pensata. Studiata. E ' vicina la Grecia, comune lo Ionio profondo e ventoso, comuni i visi e i colori: questo è il Mediterraneo signori, la nostra fonte unica in cui si sono rispecchiati i sogni delle generazioni per millenni. Questi siamo noi e i nostri miti terribili e fanciulleschi assieme, la nostra poesia di vivere e pensare di essere eterni nel ricordo degli altri, nella letteratura degli altri. Noi siamo la Grecia vecchio e sordo professore dei soldi mancanti, tu forse no ma noi veniamo da lì. Una vita rincorrendo lo spread, il mercato, la finanza dei numeri astronomici…e incomprensibili. Una vita legata al niente spacciato per assoluto indispensabile. E che dire dei “sacerdoti” che predicano questa nuova religione? Gonfi di arroganza e soldi, una quantità di denaro rubata ai poveracci cui chiedono sacrifici. Sacrifici! Macelleria sociale, nessuna solidarietà, solo parole vuote da qualsiasi angolo, di destra o di sinistra; parole vuote e perfide, merda secca sulla quale si dovrebbero rifondare le nuove nazioni della nuova Europa. Il Web cosa dice? Cosa fa? cosa scrive?

IO SONO LA GRECIA, IL SOGNO. LA CULTURA, LA VITA. VOI SIETE SOLO ZOMBI E SARETE SPAZZATI VIA PRIMA O POI.

martedì 8 gennaio 2019

SUBITO -


Sta accadendo di nuovo, lo sento con assoluta certezza: quindi devo scriverne, ora, subito, prima che il senso diventato carnale svanisca e ritorni a viaggiare su sentieri nascosti e non esprimibili a parole. Ho scelto un certo numero di blogger da seguire: evidentemente ciò che avete scritto è andato al di là di alcuni vostri propositi. Ha smosso le leve giuste e mi ha portato su un’altra collina, davanti ad un’altra prospettiva di me stesso. Vorrei molto da chi mi legge, moltissimo: lo ammetto io vorrei più di quello che merita ciò che scrivo, vorrei che la comunicazione fosse tale e quindi perfetta. Tu me la daresti adesso mentre posi gli occhi su questi segni neri; io credo che sia così e mi allontano per un altro intervallo da quell’altra signora che invia ogni tanto un conto spese esistenziali.

venerdì 4 gennaio 2019

L'INTUIZIONE CONCETTUALE

È difficile per me spiegare a parole la sensazione che mi accompagna da tantissimi anni, è vero soffro di solitudine ma è altrettanto vero che fin dall’adolescenza c’è una parte della mia vita che io non posso che viver da solo. Intellettualmente nella sfera di certe emozioni e di certe riflessioni IO SONO SEMPRE STATO SOLO, ogni volta che ho tentato di uscire dal guscio mi sono sentito a disagio come se fossi forzato in una veste che non mi apparteneva. Anche qui nei blog il distacco tra la mia dimensione intima e l’espressione scritta che ne ho prodotto non mi ha mai del tutto soddisfatto: forse i continui aggiustamenti, gli abbandoni e i ritorni hanno la loro origine dentro la segreta consapevolezza della mia personale solitudine. Ad un certo punto della mia vita ho capito che era inutile produrre tentativi di condivisione, erano sterili e per certi versi controproducenti: ho aperto i blog per provare ad essere diverso e vero, per svelarmi senza finzioni.Non funziona! O almeno funziona solo in parte, poi arrivano come sempre gli equivoci, le risse, le incomprensioni e nel frattempo si perde il tempo prezioso dell’intuizione concettuale, quella che ti fulmina in mezzo secondo e che non riuscirai a comunicare mai a nessuno se non seguendo la stessa via e la medesima intuizione. Ho scritto miliardi di righe nella mia vita, milioni da quando frequento il web. Mi pongo il problema di cosa esse siano e dove vadano, mi pongo anche un’infinità di questioni che dalla scrittura partono e alla scrittura ritornano. Devo confessare che abbastanza spesso sono soddisfatto di ciò che scrivo ma capisco che il significato vero è troppo spesso relegato alla MIA dimensione intellettuale: nonostante la mia arroganza lo ritengo un difetto. Credo che resterà tale.
Ho riempito negli anni la rete di miei blog che adesso dormono “spenti” in qualche angolo, posso risvegliarli quando voglio per scherzo, per noia, per diletto o per curiosità, penso che sia affar mio. Ultimamente ho trovato più utile scrivere all’interno dei commenti e i miei scritti “nuovi” si trovano quasi tutti lì; il blog è una strana creatura molto più duttile di quanto si possa pensare, nel contesto personale, che resta intonso se lo vogliamo, si inserisce quello pubblico, croce e delizia di noi tutti, pietra di paragone culturale ostica e micidiale in certi suoi risvolti. Sarà su quel terreno che si giocherà la vera partita di un blog, nel guardarsi in faccia, migliorare la forma del nostro pensiero e la sua espressività, confrontarla con gli altri, accettarne la diversità e difendere la dignità del NOSTRO sentire. In questo, specificatamente, io mostro spesso la corda e lo scrivo. Qui scrivo anche delle mie sconfitte anzi a ben guardare sono esse le vere protagoniste di questo blog; la non riuscita, i tentativi a metà e, infine, la grande malinconia dei sogni solo sfiorati ma mai stretti tra le mani. In certi casi ho pensato, prima di mettermi alla tastiera, di provare a fingermi un’altra esistenza e altre dinamiche: chi potrebbe mai sapere veramente di me? La rete è piena di falsi narrativi e intellettuali, di castelli incantati pronti a crollare al primo alito di concretezza vitale. Ma non ci riesco, scrivo della mia mediocrità immaginando l’assoluto: se non potessi farlo più sarei privato di uno dei pochi sfoghi esistenziali che mi sono rimasti. Tutti post che ho scritto negli anni parlano di questo, sono io, credo che voi mi leggiate per questo.