Una teoria lunghissima durata decenni ed ora la solitudine si è impossessata di te, crede di essersi presa tutto, lo pensano tutti e la ragazza lontana che non si ricordava più di se stessa fa finta di crederci allo stesso modo. Nascondersi agli assassini dei sogni segreti è l’unico mezzo per sopravvivere. Almeno un po’.
Non sono un influenzer e ne sono fiero, sono un anonimo e questo è un TACCUINO RITROVATO
domenica 6 aprile 2025
mercoledì 2 aprile 2025
Le donne sono una magia che di volta in volta molti di noi sciupano accontentandosi di mediocri spettacoli di prestigio: in verità temiamo il grande incantamento e il senso di perdizione che esso porta con sé. Così stupriamo invece di amare, limitiamo invece di liberare, ci comportiamo da maschi e abbiamo solo femmine mentre dovremmo essere uomini e confrontarci con le donne.
Molto al di là del limite dell’orizzonte abbiamo deciso di tornare a riva, di festeggiare l’inverno e invocare in silenzio le onde del cuore. Tarderà il sole nel suo addio e noi balleremo ancora sulle luci riflesse il ritmo delle maree. Stanotte soltanto. Giulia sono trascorsi 29 anni oggi ma io non ho dimenticato.
sabato 29 marzo 2025
Il mare da un lato la città dall’altro, è presto per nutrire dubbi ma io sono andato troppo lontano per avere il desiderio di tornare. Sei sola adesso tu? Nutro un ricordo feroce di te e non ti deve dispiacere, ci sono soli che nascono e muoiono senza memoria, soli che annegano in un vuoto temporale dove non c’è nemmeno una pagina, nemmeno un rigo. Io sono solo e tu forse dormi.
martedì 25 marzo 2025
Quella sera sei tornata a casa con me, gioco aperto e, incredibilmente, mi sono comportato con gradevole simpatia, nemmeno una parola fuori posto o un gesto di troppo; quando un attimo prima di entrare nel portone mi hai baciato sulla guancia e mi hai sorriso ero ormai finito. Stasera è la stessa cosa ma non devo guardarti in viso: - Non durerà! - è la frase scritta dentro i tuoi occhi un attimo dopo il rush finale. Non è vero, non importa, ci siamo ci siamo stati, quell’amore è nostro, solo nostro Giulia, l’universo stanotte ci ha già portato via.
venerdì 21 marzo 2025
La nostra vita inciampa quando ne incontra un'altra pregnante all'improvviso. E te ne rendi conto subito. La caduta è un abbandono magico all'inizio, può diventare una frattura insanabile dopo. In ogni caso non la potrai dimenticare. Il caso dirige il tutto ma esistono anche margini di intervento personali: puoi usarli o farti trasportare dagli eventi ma non esiste modo di conoscerne l'epilogo ( per fortuna). Il filo rosso di cui parliamo esiste, non tutti lo afferrano... Molti lo temono... Altri preferiscono viverci ai margini. Ma il filo se lo prendi dà sempre un senso vero all'esistenza. Non c'è un do ut des in questi casi, c'è solo un'esaltazione, un rammarico, un feroce ricordo, un segno indelebile con il quale fare i conti, l'anima che fugge ti strappa comunque una parte di te... Non potrebbe essere altrimenti ma siamo veramente disposti a farne a meno a priori? Questa è la mia esperienza e ad essa debbo ciò che sono.
lunedì 17 marzo 2025
Però nel relativo trascorrere del tempo,
quando si apre il privilegio di uno spiraglio che permette
di guardare la vera essenza,
quando il relativo non riesce a nascondere l'attimo di assoluto,
in quel preciso momento ogni cosa si ferma ed è per sempre.
Non ci sono trucchi,
ne sistemi particolari o strategie,
ci sei solo tu che leggi ciò che ho scritto:
se lo hai fatto tuo sarà tuo per sempre.
Ciao Zenit
giovedì 13 marzo 2025
Spesso la rivelazione dell’acqua che mi scorre dentro dà spazio ad interrogativi angosciosi; e tuttavia scrivere mi riesce naturale…quasi come lo stare solo sulla cattedra durante i temi d’italiano ai tempi della scuola:
- Lei si metta qui che tanto lo sappiamo bene che ha una penna prolifica e generosa -
diceva così ogni volta la prof. Negri con la sua faccia di culo cartonato e grinzoso.
-Le do nove, d’altronde non si è mai visto un voto più alto in questo liceo…ammesso sia tutta farina del suo sacco-
domenica 9 marzo 2025
La storia parla chiaro, gli accordi veri con l’islam sono solo unidirezionali: ad esso ci si deve adeguare e la reciprocità non esiste. Il medioevo sembra sia passato invano, le crociate pure, i diritti civili sono solo muffa da miscredenti, il mondo femminile…meglio non parlarne.
L’islam è un blocco unico nonostante le differenze cui ho accennato prima: a parte le grandi differenze rispetto a cristianesimo e ebraismo nella gestione del credo, l’islam ha nella sua radicalità ideologica la sua più grande forza. E’ semplice, comodo (per la parte maschile dell’Umanità) schematico, non si pone dubbi nei rapporti col potere politico per il semplice fatto che per esso la legge dello stato è esattamente quella religiosa. Si chiama sharia ed è ovunque diffusa ovunque l’islam sia presente. Essa prevede una serie di regole che devono essere applicate nella vita quotidiana a scanso di pene severe (altro che ateismo o laicismo), i paesi musulmani hanno tutti una caratteristica comune, anzi due, sono teocratici e chiaramente imperialisti (l’occidente lo è in modo più subdolo).
mercoledì 5 marzo 2025
Si nasce aperti ma si può morire chiusi, molti preferiscono darsi un’apparenza di apertura posticcia che incredibilmente funziona in società, nel web ancora meglio perché si canta la stessa canzone di felicità tutti assieme, tutti meravigliosamente ipnotizzati e falsi. Io non ho niente da insegnare a nessuno, sono un solitario senza speranza che ha avuto la felicità fra le mani per un breve istante molto tempo fa e non lo ha mai dimenticato per sopravvivere anche alla mediocrità di se stesso. Il mio scrivere fa parte di tale modo di vivere ma il prezzo pagato, in tutti i sensi, è altissimo.
sabato 1 marzo 2025
Nei blog la prosopopea si vende a prezzi di realizzo ed è fomentata da apprezzamenti continui sulla bellezza delle reciproche scritture, non credo che mi contesterai ciò. I grandissimi scrittori leggono il vocabolario solo per migliorare la terminologia qualora ne avessero bisogno, per il resto saper scrivere è fondamentalmente un dono, coltivabile però.
martedì 25 febbraio 2025
La condivisione pubblica del proprio mondo intellettuale e di altre cose ancora non è obbligatoria, necessita di interlocutori che possiedano misura e conoscano gli spartiti, il tempo mi ha insegnato che è cosa rara. Tuttavia l'intima, leggiadra felicità di comunicare al mondo che siamo vivi e pensanti è innegabile, non farlo o non poterlo fare o, peggio, non volerlo più fare è un passo avanti verso la fine. La solitudine e la malinconia di viverla così può guarire o essere in parte addolcita da un brano musicale o un testo? A me accade che la scrittura mi liberi, è essenziale, oggi importa molto meno di prima che sia compresa e condivisa, questa è la grande differenza tra la mia vecchia generazione e quella odierna. Io ho scritto, se non comunico, se non entro, se non possiedo il modo adeguato in questa parte di mondo virtuale devo rassegnarmi. Ho scritto ugualmente e tanto mi basta. Credo che il gesto del mettere nero su bianco abbia una sua intrinseca dignità e rappresentatività al di là della sua fruizione virtuale ( mi consolo così). Negli anni tra il 2012 e il 2017 mentre cercavo di sistemare i post originali di omologazione e disperdevo le mie residue energie in rete, ho anche organizzato un blog con quasi 200 post. Poi come al solito l'ho lasciato in sospeso andandolo a guardare di tanto in tanto, mi piaceva. Niente di particolare, niente di nuovo, i post erano anche in questo caso assemblati cucendo assieme i miei testi secondo gli umori di quel particolare momento. Era un gesto di sfida verso chi mi aveva bistrattato, umiliato e deriso, non era certo uno spirito di serena condivisione. Così oscurai il tutto. La solitudine fa anche questo, isola dal resto, ti dà l'impressione che tu non sarai mai più in sintonia con niente, che resterai chiuso dentro la tua bolla, che qualunque cosa tu scriva rimbalzerà frantumandosi in mille schegge sulle pareti della gabbia in cui sei prigioniero. Non ho ricette amica mia, ho solo un archivio di errori e tentativi nei cassetti, un centinaio di emozioni sospese e un gran numero di dubbi irrisolti.
venerdì 21 febbraio 2025
Credeva di averne di più, a dir la verità non lo aveva mai considerato: il suo tempo nel tempo che viveva giorno dopo giorno. Pur avendolo riempito di un'infinità di cose inutili e lunghe, anche sacrificandolo ad una quantità di altri tempi diversi per fogge e prospettive, pensava di averne davanti ancora una misura praticamente infinita.
lunedì 17 febbraio 2025
I luoghi mi lasciano ed io cerco di precederli, regalo una lunghissima carezza sul selciato di queste strade. Non ho nessuno a cui raccontare lo strazio silenzioso di questi distacchi. Vedo allontanarsi anche i viaggiatori perché le persone prima o poi svaniscono ed io scrivo appunti di viaggio per non dimenticare, io come molti altri qua dentro o altrove, miniature di anime che sorgono al mattino fuori da una stanza, da una vita, da un desiderio quando il viaggio è appena iniziato e la mia città solleva lento il suo sipario. Siamo soli, incerti guardiamo nei fondi del caffè frammenti di discorsi interrotti ma il conto non torna mai…Anche adesso mentre annoto l’ennesima sconfitta mentre percorro il lungomare e il primo sole sfiora palazzo Lampedusa e la luce mi colora le gambe.
giovedì 13 febbraio 2025
domenica 9 febbraio 2025
Occidentale. Stanco di scrivere al vento e di far finta di condividere. Ucciso dalla inutilità di aver studiato e letto per decenni, di aver confrontato fonti diverse. Di aver amato il silenzio dopo la chiusura di un libro.
Occidentale del Sud, più vicino alla Grecia che a Berlino conosciute bene entrambi. Da Lampedusa ho lasciato sul confine del mare una lunghissima carezza, l’ultima che mi ricordi di me e di te amore mio. Stanco e guardo a oriente dove sorge ogni giorno la speranza. Occidentale.
giovedì 6 febbraio 2025
C'era una luce intensa che tagliava la stanza come un colpo di sciabola: il pulviscolo reso evidente dalla luce danzava nell'aria. Il referto adesso era nelle sue mani e lui lo leggeva in perfetta solitudine. Tempo scaduto, bisognava mettersi subito all'opera se voleva lasciare in condizioni decenti queste tracce della sua scrittura. Si bloccò all'idea perchè la sottile sensazione dell'assoluta inutilità di ciò che aveva fatto era tornata prepotente alla ribalta. Ricontrollare tutto, riorganizzare tutto. Abbandonare tutto o lanciare oltre ogni cosa anche in assenza di sè.
mercoledì 5 febbraio 2025
La scrittura a differenza della parola orale ha una dignità superiore, va meditata da chi la offre e da chi ne usufruisce: se lo fai con onestà puoi pretendere rispetto altrimenti ti equipari quella ridicola letteratura da social usa e getta, buona solo per litigare e insultare... esattamente ciò che vediamo ogni giorno. In questo un blog può dare qualche soddisfazione in più ma pretende misura, cultura, intuizione e ascolto. Merce diventata rara.
sabato 1 febbraio 2025
Ti appoggi al legno della porta e aspetti che io t’insegni su quale mattonella dovrai trovare l’equilibrio. Il primo bacio sbarra ogni via di uscita e si oppone ogni volta alla mano dell’uomo che per primo ha scritto il suo verso su i tuoi seni. Ma oggi che siamo qui m’insegni ancora una volta come far aderire perfettamente le gambe agli angoli in cui le pareti si uniscono mentre con i corpi facciamo un vuoto piccolo seguendo gli unici confini che sappiamo certi e ne riempiamo la stanza sperando che ne resterà una traccia per ritrovarci.
mercoledì 29 gennaio 2025
Guardando fuori da qui verso il golfo aperto della mia città la cosa che mi viene più facile da pensare è un’estate infinita, stile vecchi tempi. Dilatata e sensuale ma lenta, lentissima, piena di me e della mia vita, dei miei segni e dei miei stupidi assiomi. E’ esattamente ciò che voglio, l’unica cosa che comprendo. Non è amore, è l’orgasmo che viene dopo e che nessuno vuole gestire perchè è meno romantico. La mia città che digerisce tutto e non si può comprare a nessun prezzo, la mia maledetta lezione di storia, di principi e comparse, di gloria e fine di tutto. La mia città che fra poco sarà di nuovo sotto quel blu cobalto delle sere d’estate che non hanno nulla di umano. Palermo punteggiata da campanili, guglie moresche e ville liberty. Palermo di Elvira Sellerio e di Totò Cuffaro, Palermo fuori dall’Europa e dalla Padania. Palermo che ricorda i ventiquattro dalla morte di Giovanni Falcone e l’Italia, lo Stato Italiano che incredibilmente sopravvive ad una strage che nessun paese civile avrebbe sopportato. "Senza vedere la Sicilia, non ci si può fare un’idea dell’Italia. E’ in Sicilia che si trova la chiave di tutto” ( W. GOETHE). Un paradosso uno dei tanti, un ‘idea di nazione che passa dagli antipodi di Milano e Torino oppure la fine di quel sogno- menzogna unitario che scavalcò lo stretto per tornare da dove era venuto. Non so perchè ma non mi riesce mai di parlare di Palermo: sono un siciliano del secolo scorso e come tutti i siciliani, sono al tempo stesso dentro e fuori gli eventi, sempre in preda ad astratti furori e amori infiniti, inquilino della Storia, pronto ad esserne sfrattato. U’ sapiti com’è no?
martedì 28 gennaio 2025
Le righe scritte o riscritte sono il riflesso di un concetto esistenziale che non prevede l’età ma la surclassa, ci gioca e pensa scioccamente di averla fatta fessa. Però dentro la mia vita “mentale” il concetto di errore è diverso e ha ragione chi dice che spesso amiamo le cose che apparentemente disdegniamo secondo la logica corrente; forse è solo il tentativo di nasconderle o proteggerle dai poliziotti dell’altra vita, quella in cui siamo debitori di qualcosa a qualcuno.
domenica 26 gennaio 2025
Il bisogno dell'anima, il desiderio e lo stimolo fisiologico a mettere nero su bianco è insito in me da ragazzino, sono sempre stato cosi' ma se non fosse esistito il web con la sua esposizione pubblica così chiassosa io avrei scritto su carta per i fatti miei e tutto sarebbe stato portato su un altro piano. Qui non è possibile, non per me. Io credevo di aver trovato, sì lo credevo ma c'erano gli altri assetati di sangue, pronti a imporre la loro via, il loro senso, le loro dinamiche e a stravolgere la mia. Deluso? Delusissimo. Le mie pagine sono lì, saranno così fino a quando il potere elettronico lo permetterà. Non so chi le legga, non so più nulla, ho inserito la moderazione, poi l'ho eliminata, ogni tanto costruisco una nuova colonna sonora (è il mio unico diletto), cerco immagini, vi leggo e scappo via lontanissimo a implorare il mio sogno di non abbandonarmi per sempre, gli giuro che scriverò ancora di lui, sciorino progetti e spargo in giro fogli appena accennati. Lui mi guarda silenzioso poi mi dice che è tutto pronto, che il mio testo l'ho scritto in un tempo lontanissimo e estraneo a questo e che c'è una donna che lo conserva. Appartiene a lei. Le righe scritte o riscritte sono il riflesso di un concetto esistenziale che non prevede l’età ma la surclassa, ci gioca e pensa scioccamente di averla fatta fessa. Però dentro la mia vita “mentale” il concetto di errore è diverso e ha ragione chi dice che spesso amiamo le cose che apparentemente disdegniamo secondo la logica corrente; forse è solo il tentativo di nasconderle o proteggerle dai poliziotti dell’altra vita, quella in cui siamo debitori di qualcosa a qualcuno. Il mio tempo è finito, quello vissuto qui a metà strada fra il virtuale e il reale, questo che state leggendo. Resta la scrittura, per ciò che vale essa testimonia la mia vita e tutto quello che ha racchiuso nei miei anni terreni. Scriviamo come aggrappandoci agli scogli in un mare tempestoso. I baci e le bocche col loro alito di vita ci passano davanti. TUTTE.
Quelli che mancano all’appello stanno defilati: sanno che verrà il loro tempo, che la loro assenza grida più forte di tutte. Li vuoi Sara? Ne sei sicura? Con essi verrà anche la fine, quella di questa dimensione vitale, l’unica su cui abbiamo messo le mani in attesa delle altre solo intraviste tra un rigo e l’altro.
Vuoi veramente correre loro incontro uomo? Io no. Io aspetto qui senza fretta ho già congedato malamente gli ambasciatori della grande sovrana… penso che me la farà pagare.
venerdì 24 gennaio 2025
Francamente credo che il cammino sia segnato e in fondo non mi dispiace, scrivo e mi incazzo mille volte al giorno, ho un nodo qui dentro che si scioglie solo così compulsivamente per un breve istante davanti alla fila ordinata di questi segni neri su fondo bianco. Scriverò ancora, continuerò a farlo così come un vizio antico da cui non so liberarmi. Non è detto che risponda ai vostri messaggi… spesso non so cosa dire, perchè rispondendo a volte io perpetuo un rituale che rende risibile anche un’intuizione corretta: nascere è umano, perseverare è diabolico. Pare che io lo sia diventato.
lunedì 20 gennaio 2025
Non chiuderò del tutto le porte alla mia espressività virtuale, cancellare definitivamente ciò che si è scritto con passione e attenzione significa uccidere l’autore di quelle parole, in questo caso un suicidio. Mi piace pensare, diversamente, che una riga sopravviva al suo autore… a volte penso che mi piace anche l’idea che qualcuno se ne appropri e la faccia sua e anche questo è fuori dalle regole e dal galateo della blogosfera ma è un concetto difficile e pericoloso da definire. Quando arriva puntuale la sera io sfioro le superfici dei miei pensieri ad occhi chiusi per riconoscerli al tatto, per sentirli fluire, riconoscermi in essi e capire dove li ho traditi; non esiste palcoscenico adeguato a questo dietro le quinte, solo sussurri che giungono deformati dall’attesa e dal bisogno.
giovedì 16 gennaio 2025
Ero magro come un grissino, il viso pieno di lentiggini, rossiccio di pelo e gli occhi cerulei sempre un po’ persi altrove. Cominciavo a tenere la penna in mano e non sapevo dove mi avrebbe portato. Anche oggi immagino, sogno ad occhi aperti, poi scrivo, cerco di trasportare la metafisica sul fisico della pagina bianca. Immagino infine la vostra lettura e, in mancanza di commenti, questa operazione torna ad essere metafisica. Questa è la scrittura: un volo immaginario. Questo sono io, l’immagine di un racconto non terminato.
domenica 12 gennaio 2025
Ho letto molte cose in giro e la gran parte erano surrogati: chi scriveva imbrogliava e chi leggeva sapeva di essere imbrogliato e continuava per via dello share, l’audience, il pubblico, la gente. NOI. Stavolta ti scrivo per me, solo per me, ti scrivo per dirti che devi farmi innamorare di nuovo. Che non ne posso più di inutili desideri e altrettanto inutili coiti. Fammi innamorare, una sberla in pieno viso che poi stai lì mezzora a pensarci e a chiederti perche’,come?
mercoledì 8 gennaio 2025
Queste pagine sono state progettate per vivere in rete in modo autonomo: questo significa fuori dalle intemperanze di chi legge ma anche di chi le ha progettate. Troppe volte ho pensato di cancellarle, altrettante ho eliminato intere serie di articoli mai più recuperabili; i vostri commenti spesso hanno fatto l'identica ingloriosa fine. Non sono un soggetto da blog, non mi identifico nelle maggioranza delle vostre scelte intellettuali e sociali. Non ne sono capace. Però so con certezza che a queste condizioni, senza quello che voi chiamate "confronto" ma che io chiamo in altro modo, un luogo simile finisce come blog e diventa un'altra cosa. Trovategli voi un nome.
sabato 4 gennaio 2025
E’ proprio uscendo da questa mia dimensione di blogger che avverto la caduta. Dentro queste stanze familiari che conosco a menadito, dentro questo riflesso immutabile e senza età non vivo conflitti dannosi o insormontabili. Da fuori la percezione dell'inutilità del tutto combatte ogni giorno con la necessità e la bellezza dell'esistenza e ogni tanto si esce sconfitti. Scriverlo è esorcizzare il pericolo e la morte.
giovedì 2 gennaio 2025
Vincenzo
“Scrisse, scriveva, ritenne fin da ragazzo che fosse meglio osservare il mondo attraverso la scrittura. Poi, più grande, lesse le emozioni della vita posandole su un foglio di carta: non sa ancora se fu un errore ma comincia a nutrire seri dubbi sulle sue scelte."
Non c’è più tempo si è detto e il tempo è volato via. Sono rimaste solo queste parole come cornice ad un uomo sconosciuto che non è mai riuscito a incontrare se stesso. Pensò che almeno qui lei capisse, continuò a crederlo contro qualunque evidenza. Che qui fosse finalmente diverso e senza fine, che qui fosse essenza vera e che solo questo importasse. Scrive ancora di tanto in tanto, poi socchiude gli occhi e guarda lontano ma non riesce più a scrivere quel che vede. Vincenzo voleva scrivere fin da ragazzino, gli piaceva l’idea del foglio, della penna e del pensiero che vi si fermava sopra. A lungo credette che anche il più piccolo evento serbasse in sè l’idea della vita e dei suoi misteri: scriverne era una magnifica avventura. Adesso Vincenzo ha un’altra età e una vita direttamente ereditata da quel ragazzino, ha deciso di scriverne così. Le presentazioni hanno poco senso, le spiegazioni si perdono sempre nell’indistinto, i perchè e i come di una scrittura così frammentata fanno la stessa fine. Vincenzo voleva scrivere e lo ha fatto in molti modi diversi: questa è una traccia, riuscite a percepirne l’emozione?
Iscriviti a:
Post (Atom)